Umberto I, Cgil-Cisl-Uil: da azienda chiusura su orario lavoro

Roma – “Nessun accordo in Prefettura, tra sindacati e Policlinico Umberto I ora e’ scontro aperto. Dall’azienda solo un muro di gomma. Chiusura totale rispetto a tutti gli atti unilaterali, illegittimi, di cui abbiamo chiesto il ritiro e nessuna volonta’ di ristabilire le corrette relazioni sindacali. Tanto che il direttore generale non si e’ nemmeno presentato all’incontro di oggi delegando il direttore amministrativo. Se il Policlinico sceglie lo scontro, noi non ci tireremo indietro: metteremo in campo tutte le iniziative di protesta necessarie a tutelare i diritti dei lavoratori e la continuita’ assistenziale dei pazienti. Rivendichiamo la presenza al tavolo negoziale dei rappresentanti sindacali che hanno la titolarita’ a rappresentare il contratto della sanita’ pubblica”. Cosi’ Francesco Frabetti (Fp Cgil Rieti Roma Eva), Giovanni Fusco (Cisl Fp Roma Capitale Rieti) e Fabio Ferrari (Uil Fpl Roma e Lazio) dopo che il tentativo di conciliazione di fronte al Prefetto di Roma ha registrato un nulla di fatto.

“L’azienda insiste nel voler imporre il prolungamento dell’orario di lavoro per gli operatori impegnati nelle attivita’ ambulatoriali- spiegano i sindacalisti- Ma la riarticolazione di tempi e turni e’ materia di contrattazione. Non permetteremo che la direzione agisca in violazione delle norme di legge e di contratto. Senza contare che questo rappresenterebbe un atto inutilmente vessatorio nei confronti di lavoratori che hanno affrontato l’emergenza coronavirus in prima linea e si sono spesi e sacrificati oltre ogni limite per la salute di tutti”.

“L’atteggiamento arrogante dell’azienda, che da tempo ha azzerato le relazioni sindacali con i rappresentanti dei lavoratori, mette a rischio non solo la dignita’ professionale dei dipendenti, ma anche la ripresa delle attivita’ assistenziali post-emergenza, in un momento che e’ ancora di massima allerta e che vede ancora il Policlinico come uno dei 5 centri di riferimento regionale nel trattamento del Covid”, proseguono Frabetti, Fusco e Ferrari. “E’ ora di smetterla con queste azioni scorrette e unilaterali. Azioni iniziate proprio in piena pandemia con lo stravolgimento dell’organizzazione aziendale e la mancata informativa sull’andamento dei test diagnostici ai lavoratori”, denunciano ancora i sindacati.

“Cosi’ come sta succedendo con i bonus Covid, dove la direzione ha deciso in solitudine criteri e attribuzioni dei riconoscimenti – senza tener conto dell’attivita’ svolta, dei carichi di lavoro o dell’esposizione al rischio – pensando di premiare solo un lavoratore su cinque e penalizzando tutti gli altri”. “La nostra mobilitazione e’ partita e non ci fermeremo- concludono Frabetti, Fusco e Ferrari- la Regione Lazio intervenga o andremo dritti verso lo sciopero di tutto il personale dell’Umberto I”.