Venerdì studenti di nuovo in piazza: per Lorenzo e per il nostro futuro

Più informazioni su

Roma – Dopo la manifestazione di domenica scorsa, il movimento studentesco ‘la Lupa’ chiama “tutte le studentesse e gli studenti di Roma di nuovo in piazza questo venerdì, ore 16.30, a piazza dell’Esquilino, per Lorenzo e per il futuro di una generazione che vuole costruire passo a passo il suo riscatto”, scrivono in un comunicato.

“Il movimento la Lupa domenica ha saputo rispondere con determinazione all’ennesima morte dovuta a un sistema basato sul profitto e a un modello di scuola che non tutela e considera noi studenti e studentesse”, scrivono.

“Vogliamo studiare in sicurezza, vogliamo diritto allo studio garantito a tutti i giovani, vogliamo poter manifestare il nostro dissenso, senza il ricatto della repressione messo in atto dalle istituzioni, dai presidi e dalla polizia.”

“Non saranno di certo la repressione, fatta con le manganellate in piazza e con le sospensioni nelle scuole, che sono le uniche risposte che abbiamo dalle istituzioni, a fermare la nostra lotta contro l’alternanza e contro questa scuola che uccide”.

Perciò estendono l’invito a partecipare “a tutte le realtà sociali conflittuali della città, che da sempre si mobilitano al fianco delle studentesse e degli studenti per una scuola migliore”, e che dicono “no allo sfruttamento, al precariato, alla repressione e ai silenzi delle istituzioni”.

Al contrario, non sono disposti ad accettare nella piazza “la presenza di tutte quei partiti e sindacati, come la CGIL o le sue organizzazioni giovanili, che sono stati sempre conniventi e corresponsabili delle decisioni prese dai governi sulla scuola negli ultimi anni e continuano a difendere e legittimare l’Alternanza, chiedendo miglioramenti e raccontando la favola della ‘Buona’ Alternanza.”

“L’Alternanza buona non esiste, la vostra scuola non va migliorata, va rivoluzionata, e la morte di Lorenzo qualche giorno fa lo ha mostrato chiaramente a tutti. Le scuole non sono aziende, i presidi non sono manager, il sapere non è profitto”, concludono. (Agenzia Dire)

Più informazioni su