Vivi Bistrot: Comune ha ordinato sgombero per 3 gennaio, al via petizione

Roma – “Vivi Bistrot di Villa Pamphili, unico punto di ristoro all’interno della villa e unico bagno pubblico agibile per i visitatori del parco, dal prossimo 3 gennaio 2020, a seguito di notifica da parte di Roma Capitale, e’ costretto a chiudere a causa della scadenza della concessione dei locali senza che il Comune di Roma abbia rinnovato il bando di assegnazione.”

“Il parco piu’ grande e frequentato di Roma rimarra’ cosi’ senza un punto di ristoro, senza un bagno pubblico (l’unico agibile del parco), senza un progetto di gestione futura dell’immobile pubblico, destinato pertanto all’abbandono e alla inevitabile occupazione. I dipendenti di Vivi Bistrot Villa Pamphili perderanno il lavoro”. È quanto si legge in una nota di Vivi Bistrot.

“E’ dal 2015 che l’Amministrazione capitolina non rinnova il bando. Ed e’ dal 2015 che le imprenditrici di Vivi Bistrot, Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, chiedono, in applicazione di quanto previsto fin dalla Giunta Marino con la Delibera 140/2015, l’indizione di un bando pubblico per la riassegnazione del bene del Dipartimento del Patrimonio.”

“Tre sono stati gli appelli indirizzati alla sindaca Virginia Raggi e agli uffici competenti (2016, 2018 e 2019). Zero le risposte: in 4 anni- si legge nella nota- non hanno mai avuto il tempo di rispondere e occuparsene. Senza l’indizione di un regolare bando, il Comune di Roma sceglie volontariamente di privarsi di un introito certo di 3.556 euro al mese (42.600 euro all’anno); abbandonare al degrado un immobile pubblico, che costera’ una fortuna ai contribuenti quando sara’ fatiscente e necessitera’ di un restauro (gli altri casali del Parco sono un triste e tangibile esempio); licenziare personale meritevole: grazie alla clausola sociale obbligatoria nei bandi pubblici, il nuovo vincitore e’ costretto ad assumere il personale della gestione precedente, ma in questo caso non esiste un nuovo vincitore; interrompere un servizio aperto al pubblico tutto l’anno; privare un grande e prestigioso parco pubblico dell’unico bagno pubblico agibile”.

Dal 2008, si legge ancora nel comunicato, Vivi Bistrot “rientra fra i concessionari virtuosi di immobili pubblici: ha ristrutturato a proprie spese un rudere trasformandolo in un bistrot accogliente e funzionale; ha sempre pagato e sta pagando con regolarita’ il canone di affitto di mercato, e senza nessuna agevolazione; ha creato un servizio che prima non c’era, diventando un punto di riferimento per la citta’, per tutto l’anno, proponendo spesso attivita’ socialmente utili, come le iniziative per ripulire il parco, o ludiche ad accesso libero, come le lezioni di yoga gratuite d’estate, frequentatissime da grandi e bambini”.

E ancora: “Nell’ordine di sgombero, notificato mercoledi’ 4 dicembre (sotto feste natalizie), vengono concessi 30 giorni per lasciare l’immobile, con l’avvertenza che, in caso di inottemperanza, si procedera’ con lo sgombero forzoso senza alcuna attenzione e preoccupazione per le persone che vi lavorano. In pochi giorni verra’ smantellato quanto costruito in quasi 12 anni. Una sconfitta per l’imprenditoria italiana sana- cosi’ ancora la nota- che viene ostacolata in ogni modo da Enti pubblici quasi fosse una colpa voler essere imprenditori e creare reddito e lavoro a Roma.”

“Dal 4 gennaio l’edificio sgomberato restera’ abbandonato a se stesso, come gli altri edifici della villa di proprieta’ del Comune di Roma che oggi sono in condizioni di grave degrado, basta fare una passeggiata: le Serre Ottocentesche, le Serre Piccole, il Casale di Giovio, il Casale dei Cedrati, la Casetta ai Monti, la Cascina Floridi, l’ex-Segheria, il Casale Rosso, i bagni ingresso Nocetta, i bagni ingresso Aurelia e i bagni presso Villa Vecchia”.

La chiusura di Vivi Bistrot, con obbligo allo sgombero, “e’ una sconfitta per tutti: Comune, cittadini, patrimonio pubblico, imprenditori e lavoratori, che sono i primi a risentirne con la perdita del posto di lavoro. Anche il servizio Giardini di Villa Pamphili si dice sconcertato dal provvedimento di sgombero di Roma Capitale- spiega infine i comunicato- ed e’ assolutamente contrario alla chiusura di Vivi Bistrot, unico punto ristoro e bagno agibile del parco.”

“Vivi Bistrot ha lanciato una petizione su Change.org e sta mobilitando i cittadini per protestare contro questa chiusura illogica e irresponsabile finche’ non sia indetto un bando a evidenza pubblica e nominato un vincitore per la gestione del punto di ristoro. La battaglia e’ per evitare che un gioiello si trasformi in un deserto di degrado, complice l’indifferenza e la lentezza del Comune di Roma nella soluzione dei problemi”.