Zingaretti: Arsial va rilanciata, ci aiuta a vivere meglio

Roma – “I 25 anni di Arsial non vanno celebrati per monumentalizzare una storia ma per capire quanto sia importante non solo non smantellare ma rilanciare, dentro un nuovo modello di sviluppo, uno strumento che ci aiuta a vivere meglio e che non dimentica che il cibo che viene dalla terra e’ uno dei diritti inalienabili per tutti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, celebrando il quarto di secolo di Arsial.

“Nel 2013, quando si avvio’ la prima fase di questo governo del Lazio, la prima legge regionale che la Giunta propose al Consiglio fu un testo di riordino e chiusura di un numero incredibile di agenzie e societa’ regionali, ritenute inutili o che rappresentavano una sovrastruttura pesante”, ha ricordato Zingaretti.

“Per l’Arsial si decise di mantenere vivo questo strumento, perche’ gia’ allora si capi’ quanto era importante razionalizzare gli interventi della Regione nel territorio. Ma in questa razionalizzazione non bisognava fare l’errore di colpire un’agenzia che aveva come identita’ e core business l’agricoltura e il cibo. Quell’intuizione e’ stata giusta e la storia ci ha dato ragione”.

Proprio la pandemia da Covid 19 ha fatto ritrovare “la centralita’ di alcuni valori, che sembravano finiti in cantina, per miliardi di persone. A cominciare dalla vita, dalla salute e dal benessere.”

“Quante volte si e’ marginalizzata l’importanza della salvaguardia del benessere della persona rispetto alle regole dello sviluppo economico. E questo riguarda anche il cibo, inteso come elemento di sopravvivenza ma anche come nutrizione di qualita’, come terra e quindi come agricoltura- ha proseguito Zingaretti- Vedo una centralita’ del ruolo che svolge Arsial e dell’agricoltura”.

In particolare su due fronti: il modello di sviluppo e il passaggio di testimone tra generazioni. “Difendere il cibo significa difendere la qualita’, i profumi, i paesaggi, i borghi. Un valore inestimabile che fa occupare all’Italia un posto di prim’ordine”, ha sottolineato il governatore.

“Se guardiamo la storia di questi 40 anni repubblicani, non sempre nel Lazio la produzione agricola ha puntato alla qualita’ e se c’e’ stata distruzione del territorio e’ perche’ un ettaro di territorio agricolo valeva meno di un ettaro di territorio sulla speculazione fondiaria o edilizia. Negli ultimi 15 anni si sta cambiando e c’e’ un ritorno dell’idea del cibo come difesa della terra, delle tradizioni, e della salvaguardia del pianeta: non sono temi nostalgici ma rappresentano un pilastro per vivere meglio nel futuro”.

Per quanto riguarda il passaggio di testimone generazionale, “abbiamo puntato molto sul dare terre pubbliche ai giovani. Sul Psr abbiamo impegnato il 95% della programmazione 14/20 e dato 500 milioni. Gran parte di questi fondi sono stati indirizzati sulla qualita’ e sul passaggio di testimone per avere una nuova generazione che torna sulla terra per produrre qualita’ e tracciabilita’.”

“Quante volte ci capita di entrare in un paese e di trovare il ragazzo o la ragazza, figli dell’ex proprietario di un’azienda, che hanno ridato vita a una piccola-media attivita’ enogastronomica o agricola riscoprendo un piatto o la coltivazione o la vigna del nonno o gli ulivi, rimettendoli in campo grazie alle nuove tecnologie. E’ un patrimonio inestimabile che l’Arsial deve portare avanti perche’ non siamo secondi a nessuno”.

Senza dimenticare la “funzione sociale dell’agenzia, di distribuzione a chi ha bisogno di questo bene primario- ha concluso Zingaretti- Per questo nel 2013 si decise di non chiudere Arsial, perche’ volevamo ridare una centralita’ al valore della terra, dell’agricoltura, del cibo, del gusto e del tema della comunita’, con un’identita’ positiva di valorizzazione della nostra storia”.