SALLUSTI: CANCELLIERI SIA COERENTE CON UN DECRETO SULLA CARCERAZIONE PREVENTIVA

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    Alessandro Sallusti sul Giornale invita la ministra della giustizia, Anna Maria Cancellieri, a essere coerente con quanto dichiarato ieri in parlamento sul caso Ligresti. La ministra Cancellieri – scrive Sallusti – ha parlato, spiegato quelle telefonate per vedere se erapossibile sospendere la tortura di Stato che era in corso contro Giulia Ligresti, una donna malata, non socialmente pericolosa, agli arresti preventivi per il crac delle aziende di famiglia.

    Sia al Senato che alla Camera – dice Sallusti – la signora ha ottenuto un applauso quasi affettuoso da parte della maggioranza Pd-Pdl e i fischi di grillini e leghisti. Opportunità politica, si dirà. E in parte è vero. Sfilare in questo momento un ministro importante come quello della Giustizia sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso della tenuta di un governo già fragile e debole.

    Ma – osserva Sallusti – la sua telefonata a funzionari dell`amministrazione giudiziaria è esattamente uguale a quella fatta da Berlusconi ai funzionari della questura diMilano per il cosiddetto caso Ruby. Perché, cara ministra, il soggetto della telefonata (una signora della Milano bene nel suo caso, una squinternata marocchina in quello di Berlusconi) non conta sul piano giuridico.

    Lei lo sa: da accertare – scrive Sallusti – c`è solo la presunta forzatura da parte di un membro di governo della libera volontà di altri poteri dello Stato. Il che non è accaduto nel suo caso come in quello di Berlusconi, come testimoniano il procuratore Caselli e il dirigente della questura milanese. Tutto è avvenuto a norma di legge e di buon senso.

    E allora, signor ministro della Giustizia, le chiediamo – scrive Sallusti – di ripristinare quei diritti e quelle libertà che lei giustamente invoca per sé anche per chi, commettendo i suoi stessi «non reati», vedi Silvio Berlusconi, è stato condannato a 7 anni di carcere. E sempre per coerenza, le chiediamo di fare tesoro dei consigli che ieri in aula le hanno dato Brunetta e Schifani: mettere mano subito, con un decreto legge, allo scempio della carcerazione preventiva usata come arma di ricatto e tortura. Perché altrimenti rimarrà quella zona grigia in cui lei ha rischiato di perdere l`onore. E sarà costretta a fare altre telefonate sul filo dell`ambiguità.

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