AINIS: L’ITALIA HA IL TORCICOLLO, GUARDA INDIETRO PERCHE’ NON SA GUARDARE AVANTI

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    L’ho già detto, amputare gli articoli di Michele Ainis è un delitto, ripubblicarli qui per intero è violare la legge sul copyright. Provo lo stesso a tagliuzzare quanto ha scritto oggi, per segnalarlo ai lettori raccomandando ai più attenti di andare a leggere l’originale sul Corriere della sera di carta o digitale. L`Italia ha il torcicollo, dice Ainis. Cammina guardandosi alle spalle, invece di puntare gli occhi sul domani. O meglio, non avanza: arretra. Perché il futuro è un pozzo nero, è un orizzonte claustrofobico, e allora cerchiamo conforto nel passato. Noi italiani, non solo i politici italiani.

    (…) Qual è la principale novità della stagione? Il ritorno a Forza Italia, vent`anni dopo e con un ciuffo di capelli bianchi sulla fronte. Tuttavia è la regola, non l`eccezione. A destra un gruppo di nostalgici medita di riesumare An (…). Altri, più audaci, vorrebbero addirittura svestire la mummia del Msi. A sinistra Fioroni annunzia a giorni alterni la resurrezione della Margherita. Nella Lega si è rifatto sotto Bossi, candidandosi alla segreteria; e ottenendo subito il ritiro di Tosi, l`homo novus. Al centro Mauro, Casini, magari pure Alfano, sognano la Balena bianca, la riedizione della Democrazia cristiana. Perfino i monarchici hanno ripreso smalto, riunendosi a Palermo in un convegno superaffollato.

    (…) Quando è cominciato questo gioco dell`oca? Ci vuol poco a fissarne la data: 20 aprile 2013, il giorno della rielezione di Napolitano al Quirinale. (…) Da allora in poi le lancette dell`orologio nazionale girano al contrario. La XVII legislatura è cominciata così come era finita la XVI: con un governo di larghe intese. (…)

    E la nuova legge elettorale? Avrebbero dovuto scriverla i partiti, in un ultimo sussulto di fierezza; non ci riescono, sicché dovrà pensarci la Consulta. Sennonché quest`ultima non è un legislatore, non può tirare fuori dal cilindro un altro coniglio elettorale; può solo tosare l`esistente, riportando allo scoperto il pelo vecchio. Perciò delle due l`una: o la Consulta annullerà l`intera legge, e allora tornerà in vigore il Mattarellum (1993-2005); oppure si limiterà a segare il premio di maggioranza, restituendoci un proporzionale puro, come ai bei tempi di mamma Dc (1948-1993).

    Succede, del resto, in molti altri capitoli della nostra vita pubblica. Facciamo il passo del gambero sulle pensioni, divorandone il potere d`acquisto. Torniamo indietro sui diritti sociali, dalla salute al lavoro all`istruzione; eppure la nostra Carta li scolpisce sulla pietra.

    Anche la Costituzione, tuttavia, ha bisogno d`un restyling, sforbiciando per esempio l`eccesso di competenze regionali; ma qui il giochino è facile, basta abrogare la riforma del 2001. C`è chi propone la medesima ricetta per l`università (via la legge Gelmini), non meno che per la prostituzione (via la legge Merlin). Insomma, ogni riforma suona come controriforma (…). Ma chi controfirma la controriforma? In genere, gli stessi che avevano firmato la riforma. Un artificio per restare sempre a galla, e infatti alle nostre latitudini non c`è ricambio di classi dirigenti, non c`è ossigeno nelle stanze del potere.

    (…) C`è un modo per uscirne fuori? Sì che c`è, ma servirebbe la penna di Licurgo. Con un divieto inciso a lettere di piombo sulla Gazzetta ufficiale: vietata la reviviscenza, delle cose come delle persone.

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