Arsenico, in 57 comuni del Lazio minerale anche per lavare

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    Undici comuni e 65 mila cittadini nella Provincia di Roma, 38 centri abitatati e quasi 250 mila abitanti in quella di Viterbo. Otto comuni nella zona pontina. La fotografia più aggiornata dell’emergenza arsenico nel Lazio arriva dalla commissione regionale Ambiente, nel corso di un’audizione-summit con l’assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei e i presidenti delle province di Latina, Armando Cusani, e di Viterbo, Marcello Meroi. In attesa della decisione dell’Ue sulla deroga a 20 microgrammi/litro (attualmente il limite è fissato a 10), si discute sul da farsi: uniformare le ordinanze comunali sull’utilizzo dell’acqua; realizzare le infrastrutture necessarie per garantirne la potabilità; trovare i fondi. E intanto da un consorzio di Frascati, un comune dei Castelli romani, una cittadina denuncia «emergenza arsenico, legata a un pozzo privato inquinato, che va avanti da tre anni» e che costringe gli abitanti a «comprare acqua minerale anche per lavare i cibi». Se l’assessore Mattei si dice fiducioso sulla possibilità di ottenere la deroga dall’Ue, è più cauto il presidente della commissione Ambiente Roberto Carlino (Udc), che spiega: «Non c’è dubbio che si debba intervenire comunque subito sulle infrastrutture avendo in mente il limite ben chiaro dei 10 microgrammi stabiliti dall’Ue». E riferendosi alla recente nomina a commissario della governatrice Renata Polverini aggiunge: «Dal 12 febbraio il commissario delegato ha 30 giorni per la predisposizione del piano generale degli interventi urgenti a salvaguardia della pubblica incolumità, attraverso l’individuazione delle fonti di approvvigionamento idrico naturalmente inquinate con valori di arsenico superiori a 20 microgrammi per litro e degli interventi necessari per l’erogazione di acqua ad uso umano rientrante nei parametri». «Ma serviranno risorse regionali – obietta dall’opposizione Filiberto Zaratti – Come si farà, se le risorse sono state tagliate?». E di risorse parla anche, senza mezzi termini, il presidente della provincia di Viterbo Marcello Meroi: «Per risolvere l’emergenza arsenico nella provincia di Viterbo, che nel Lazio è senz’altro la zona più colpita, al di là delle chiacchiere chiediamo risorse. Tutt’al più ora che c’è un commissario: la presidente Polverini». Anche se in provincia di Roma il problema è meno sentito, a testimoniare la sua vita a contatto con l’arsenico è una cittadina dei Castelli Romani, che racconta: «Viviamo in un consorzio di ville a Frascati servito da un pozzo privato e fortemente inquinato dall’arsenico. Da noi l’emergenza non è iniziata oggi ma dura da tre anni e siamo costretti a comprare acqua minerale non solo per bere ma anche per cucinare e lavare i cibi. Per la mia famiglia (quattro persone) ne acquisto 20 casse a settimana ed è ormai insostenibile».

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