Astra Zeneca: un ematologo norvegese ipotizza una relazione fra trombosi cerebrali e reazione immunitaria alla inoculazione

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Quando, come giornalista, cerco di capire cosa ci sia dietro al fumo mediatico che irrompe sulla scena ogni volta che una notizia è troppo ghiotta per essere soppesata, risalgo alle fonti, tiro un filo.
Il livello medio del dibattito nazionale (pro vax, no vax) è da seconda elementare ed il suo contenuto intrinseco di violenza verbale e divisione politica è un monumento alla stupidità ed all’ignoranza media degli italiani.
Io invece voglio capire con cosa abbiamo a che fare.
Nel caso di specie parliamo delle “morti sospette” dopo la somministrazione del siero anglo svedese, in particolare quelle connesse a disturbi della coagulazione del sangue a livello encefalico.
Ebbene, in alcuni casi, va detto non in tutti i casi di “morte sospetta” intervenuta in un tempo ragionevolmente breve dalla inoculazione del vaccino, potrebbe esserci una connessione specifica fra trombosi cerebrale e determinati anticorpi generati dalla reazione del sistema immunitario.
A teorizzare questo collegamento è un team medico norvegese (ma ad una teoria simile è arrivato anche un team di ricercatori di un ospedale universitario tedesco, il cui responsabile, l’ematologo Pål Andre Holme del Rikshospitalet (Ospedale Nazionale) di Oslo ha affermato – dopo aver esaminato alcuni casi di pazienti deceduti per trombosi cerebrale e tutti sotto i 50 anni – che la reazione immunitaria potrebbe provocare una diminuzione notevole delle piastrine nel sangue determinando l’emorragia cerebrale e, allo stesso tempo, produrre dei micro trombi nell’encefalo.
Si tratta di due reazioni antitetiche e, tuttavia, sembra esserci un nesso fra reazione immunitaria indotta dal vaccino e alterazioni della coagulazione del sangue nel microcircolo cerebrale.
Riporto la dichiarazione del dottor Holme:
“Our theory that this is a strong immune system response that most probably comes after the vaccine, has been found,” Holme told VG. “In cooperation with the section for advanced coronary thrombosis immunology at the University of Northern Norway, we have now uncovered specific antibodies against the blood platelets that can yield such a picture that we recognize from other parts of medicine, when medications are the cause.”
Olme aggiunge poi: “Vaccines are taken to prod an immune system response against what the body needs for protection. Then we develop antibodies. Some antibodies can thus react such that they activate blood platelets, like in these cases, and trigger a blod clot.” Other antibodies can be “removed from circulation,” resulting in levels that are too low.”
La ricerca è importante perché, sebbene il rischio sia statisticamente molto basso, queste complicanze possono essere prevenute utilizzando delle terapie specifiche o definendo quali specifiche analisi del sangue sia necessario effettuare prima della somministrazione del siero in particolari gruppi di persone che potrebbero risultare più predisposte agli effetti collaterali.
Va detto che i numeri sono talmente bassi da rendere difficile la definizione di un identikit della popolazione a rischio, ma siccome nei prossimi mesi milioni di persone nel mondo utilizzeranno questo siero credo ne valga la pena.
Nel link la fonte dell’articolo: https://tinyurl.com/x9pna45b

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