Busta con proiettili ad Alemanno “Con te useremo questi”

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    «Due gli Antonini da poter gambizzare purtroppo Vittorio aveva altro da fare. Con te useremo questi per equità». È quanto scritto nel messaggio contenuto nella lettera con due proiettili indirizzata al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e intercettata questa mattina all’ufficio postale di via Marmorata. Il riferimento è alla gambizzazione di Andrea Antonini, vicepresidente di CasaPound Italia e consigliere di Cpi in XX Municipio, rimasto ferito in un attentato il 14 aprile scorso. Sul caso indaga la Digos.

    ‘Nucleo Galesi per i Pac’: la sigla che ha rivendicato la busta con proiettili indirizzata al sindaco di Roma Gianni Alemanno è legata al nome di Mario Galesi, il terrorista delle nuove Br arrestato insieme a Nadia Desdemona Lioce e morto alcune ore dopo la sparatoria sul treno Roma-Firenze che costò la vita al sovrintendente della Polfer Emanuele Petri. Galesi viene arrestato una prima volta nel 1986, quando, insieme ad alcuni complici, cerca di introdursi nello stadio Flaminio. L’accusa è di partecipazione a banda armata, ma due giorni dopo viene scarcerato per assoluta mancanza di indizi. Torna a far parlare di sè nel 1997 per una rapina che frutta 120 milioni di lire all’ufficio postale di via Radicofani a Roma, le cui modalità fanno pensare all’autofinanziamento dell’organizzazione brigatista. Nel 1998, sfruttando un permesso, l’uomo sparisce dalla circolazione quando gli rimanevano pochi anni di carcere da scontare. Il nome di Galesi riappare, insieme a quello della Lioce, il 31 ottobre del 2002, nell’ordinanza di custodia nell’ambito delle indagini sull’omicidio D’Antona, emessa dal gip Maria Teresa Covatta nei riguardi di presunti appartenenti alle Br-Pcc, su richiesta della procura della Repubblica di Roma Proprio mentre è ricercato nell’ambito delle indagini per l’omicidio D’Antona, per la ricostituzione delle Brigate Rosse, Galesi è protagonista della sparatoria a Castiglione fiorentino, sul treno diretto che fa tappa in piccole stazioni tra Roma e Firenze. È il 2 marzo 2003, insieme a Nadia Desdemona Lioce, 43 anni, viaggia sotto falso nome. Incappano nel controllo di tre agenti della Polfer. Tirano fuori la rivoltella e sparano. I poliziotti rispondono al fuoco. Sette-otto colpi in tutto. Emanuele Petri, 48 anni, sovrintendente della Polfer, cade ucciso da un proiettile calibro 765 esploso a bruciapelo alla gola. Galesi, ferito gravemente, muore in serata. Ferito un altro agente, mentre il terzo poliziotto riesce a disarmare e catturare la Lioce. Qualche giorno dopo, l’11 marzo, si svolgono i funerali del terrorista in forma privata. Alla cerimonia funebre non vanno neppure i parenti, sono presenti solo il prete e gli addetti alla sepoltura. La salma del brigatista viene tumulata nel cimitero di Trespiano, a Firenze.

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