CINA | PIU’ AUTONOMIA AL MERCATO, LOTTA ALL’INSTABILITA’ SOCIALE

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    Capire quel che succede in Cina non è facile. Ieri si è concluso il terzo plenum del Partito Comunista Cinese. L’incontro a porte chiuse dei massimi dirigenti cinesi, secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Xinhua, ha deciso una serie di riforme del sistema cinese. Sergio Romano, sul Corriere della sera, spiega da par suo che cosa è successo e che cosa ci dobbiamo aspettare da Pechino.

    (…) “Il documento conclusivo del Terzo plenum – scrive Romano – è diventato ormai il discorso della corona in un regno dove il monarca può contare, grosso modo, su un potere decennale. Come sempre, anche in questa occasione il discorso è redatto nel linguaggio retorico della tradizione comunista cinese con passaggi che si presteranno a diverse interpretazioni. Ma qualche indicazione emerge sin d`ora con una certa chiarezza. La Cina continuerà a credere nel mercato e gli riconoscerà una maggiore autonomia. Ma vuole evitare bolle speculative, eccessivi aumenti del mercato immobiliare e del debito, pubblico e privato.

    “La crescita, nel 2014, dovrebbe aggirarsi intorno al 7% del prodotto interno lordo e i cinesi saranno incoraggiati a spendere più di quanto abbiano fatto nell`ultimo decennio. (…) Sembra che il Comitato centrale del partito sia consapevole dei fattori d`instabilità sociale emersi negli ultimi anni: piccole ma numerose insurrezioni di villaggio, frequenti sfide al potere delle sezioni locali del partito, rabbiose proteste contro il degrado ambientale.

    “Vi saranno maggiori garanzie per gli agricoltori, spesso privati bruscamente delle loro terre. Verrà creato un nuovo comitato per la sicurezza interna, con una implicita allusione al recente attentato di piazza Tienanmen nel quale avrebbero perso la vita cinque militanti uiguri, giunti da una provincia musulmana ai confini con il Kazakistan, il Xinyiang, che chiede una maggiore autonomia”. Il resto dell’articolo merita di essere letto sul Corriere di carta o digitale.

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