Circo Massimo, presidio dei tassisti: “Il nostro futuro non si tocca”

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    Arrivano alla spicciolata i tassisti convenuti da tutta Italia per l’assemblea che si svolgerà fino alle 14 al Circo Massimo a Roma. Sono già presenti delegazioni di Napoli, Milano, Torino, Firenze, Verona e un gruppo di tassiste di Palermo. Al momento sono circa 300 i driver convenuti. Nella giornata di ieri la convocazione dell’assemblea odierna era stata in forse dopo le dichiarazioni del presidente di Uritaxi, Loreno Bittarelli, che la aveva posticipata al 18 gennaio, ovvero un giorno dopo l’incontro tra la categoria e il governo. Una presa di posizione definita da numerose sigle sindacali (tra cui Unica-Cgil, Ugl Taxi, Federtaxi e Cisl) «unilaterale». Per questo i sindacati nel pomeriggio di ieri si erano recati dal questore per definire le modalità dell’assemblea al Circo Massimo.

    «Il nostro futuro non si tocca»: è lo slogan del presidio dei tassisti al Circo Massimo, contro le liberalizzazioni, organizzato, tra gli altri, da Cgil, Cisl, Ugl, nonostante l’annuncio ieri del governo di un tavolo di confronto con i rappresentanti del settore. «Abbiamo voluto comunque fare il presidio per rispetto verso tutti i colleghi che ormai si stavano già muovendo verso Roma da tutta l’Italia per partecipare alla protesta», dice un rappresentate della Cisal, Claudio Gianandrea che continua: «Pensiamo che applicare le liberalizzazioni a un settore dove esiste l’obbligo di una tariffa amministrata, stabilita da un ente terzo che è il Comune, sia ridicolo. Oltretutto le politiche di liberalizzazione che ci sono state in Europa nel settore taxi, hanno prodotto degli incrementi tariffari». Alla protesta anche Pietro Marinelli dell’Ugl: «Abbiamo invitato alla calma i particapnti, non vogliamo creare problemi nè alla città nè alla popolazione. Ma vorrei ricordare al governo Monti, nel caso la sua politica di liberalizzazioni vada avanti, che chi, semina vento raccoglie tempesta». «Pensiamo che alcune forme di liberalizzazione non siano confacenti alla struttura del Paese e non siano utili per il rilancio dell’economia nazionale. Si stanno inserendo elementi privati che tendono a destabilizzare il piano economico nazionale, che vogliono prendere spazi di mercato delle piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura democratica di questo Paese. Nel caso delle edicole, per esempio, una liberalizzazione darebbe l’intera filiera in mano agli editori – ha affermato Maurizio Berruti, consigliere comunale Pdl – il Comune è contro la liberalizzazione dei taxi che porterebbe alla scomparsa di un controllo pubblico sul servizio e quindi al decadimento della qualità che naturalmente il Comune si impegna sempre a migliorae».

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