Code al Monte dei Pegni per andare in vacanza

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    La crisi si fa sentire e a Roma si ricorre sempre di più al Monte dei Pegni: un modo antico, in pieno agosto, per permettersi una vacanza o arrivare alla fine del mese. E così già dalle prime ore del mattino, stamani, con un caldo asfissiante, sono state molte le persone in coda davanti all’Istituto di credito su pegno al Monte di Pietà. Molti spaventati dall’idea di un futuro plumbeo, hanno in borsa collane, medaglie, bracciali d’oro, oggettistica d’argento da impegnare e magari poter riscattare al più presto. «Ho impegnato i miei gioiellini d’oro – racconta una signora all’uscita – spero di portare il bambino al mare almeno a settembre e rilassarmi un pò». Una scena che si ripete negli anni e che Vittorio De Sica ha immortalato anche nel suo «Ladri di biciclette», dove il protagonista del film impegna la sua «due ruote», proprio nello storico istituto in piazza Monte di pietà, a due passi da piazza Campo dè Fiori. Nelle affollate sale d’attesa dello storico edificio oggi erano decine le persone anziane, qualche signora con bambini al seguito ma anche diversi giovani. Tutti seduti sulle poltroncine per ore aspettando che venga chiamato il proprio numero ed avere la stima sugli oggetti che intendono impegnare. La calura ha reso ancora più insopportabile l’idea di doversi privare, anche se solo per alcune settimane, di oggetti preziosi, ricordi indelebili, importanti pezzi di affetti. «Da qualche anno ad agosto registriamo il pieno – racconta all’ANSA Massimo Satta, direttore Unicredit di Monte della Pietà a Roma – in tanti, specie i più giovani si rivolgono a noi per avere un prestito su pegno e andare in vacanza. Alcuni sono piccoli commercianti, proprietari che preferiscono depositare qui i loro preziosi perchè le nostre casseforti sono più sicure, al riparo da eventuali furti in negozio o a casa e riprendersi gli oggetti al rientro dalle ferie. Inoltre le spese di custodia sono più convenienti di altre banche». Durante l’estate si arriva anche a code con trecento persone. Circa la metà chiedono nuovi prestiti altri rinnovano il pegno. «Sono le donne anziane la maggior parte – spiega un’impiegata – spesso piangono e si sfogano con noi quando si vedono costrette a lasciare l’anello nuziale o un medaglione appartenuto alla mamma. Ci raccontano la loro disperazione: a volte è straziante». «Gli uffici – aggiunge un impiegato – sono aperti dalle 7.15 alle 14.00 dal venerdì al sabato. Il finanziamento viene dato immediatamente, l’oggetto consegnato in pegno sigillato in busta, e può essere impegnato da tre mesi fino a un massimo di tre anni. Però si può disimpegnarlo anche il giorno successivo. Oppure metterlo all’asta e prendersi l’eccedenza».

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