Condanna di animali sani, la Asl si appella a un regolamento Ue

Più informazioni su

    Condanna di animali sani, la Asl si appella a un regolamento Ue – Ma i cinghiali selvatici possono continuare a scorrazzare per la città e per la campagna senza che sia preso alcun provvedimento –

    Sulla assurda vicenda degli animali sani che la Asl Roma 1 vuole abbattere per combattere la peste suina africana, da cui gli animali ospiti della Sfattoria non sono contagiati, si registrano oggi alcune novità che, con l’intento di chiarire, non chiariscono nulla. Insomma, per combattere la peste suina africana, che non contagia l’uomo, la Asl vorrebbe ammazzare gli animali sani rinchiusi in un recinto protetto, lasciando liberi di scorrazzare per la città e per la campagna cinghiali di cui non si sa se sono infetti oppure no.

    La Asl Roma 1 si appella a uno dei tanti, troppi, regolamenti europei per giustificare la decisione. Una decisione che però non risponde alla domanda: perché uccidere animali che non hanno la peste suina africana e che sono in una struttura protetta senza la possibilità di contagiarsi e di contagiare?

    Questo il comunicato della Asl Roma 1. “In merito al provvedimento notificato, si chiarisce che il Servizio Veterinario della ASL Roma 1 ha adottato le misure previste per la gestione dell’emergenza della Pesta Suina Africana (PSA), secondo l’ordinanza n. 4 del 28 giugno 2022 del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, che fornisce indicazione precise per l’attuazione delle misure di controllo ed eradicazione della PSA.

    “Detta ordinanza ha disposto l’adozione delle misure degli articoli 61 e 70 del Regolamento UE 2016/429 con l’abbattimento preventivo dei suini detenuti nelle zone soggette a restrizione, identificate con Decisione di esecuzione 2022/746 e 2022/920.

    “Nel caso specifico, trattasi di animali presenti in zona infetta già interessata dal provvedimento che prevede l’istituzione di un vuoto sanitario intorno al focolaio, al fine di contenere la diffusione della malattia e la salvaguardia della salute della popolazione animale interessata, come da parere espresso il 10.06.2022 anche dal Centro Referenza Nazionale Pesti Suine (CEREP).

    “Nell’ambito di queste misure è stata prevista la deroga per i suini non destinati alla produzione di alimenti, che secondo la normativa vigente possono essere custoditi nella misura massima di due capi. Tale deroga, secondo il provvedimento commissariale, non si applica alla fauna selvatica (cinghiali), non suscettibili di detenzione domestica”.

    La spiegazione non convince il gruppo animalista Rea (Rivoluzione ecologista animalista) che continua a chiedere di “Chiarire situazione abbattimenti al rifugio “La Sfattoria”. Questo il comunicato: “In data odierna abbiamo contattato il Servizio Veterinario della Asl RM1 per avere notizie circa la vicenda dell’imminente abbattimento dei 130 animali sani (maiali e cinghiali) ricoverati presso il rifugio romano “La sfattoria”.

    “Non hanno saputo dare delle spiegazioni plausibili sulla necessità  dell’abbattimento di animali sani e informalmente abbiamo percepito che stanno cercando un posto per portare gli animali da abbattere per evitare di farlo sul posto (crediamo per motivi di ordine pubblico) ma che non stanno cercando soluzioni alternative.

    “Noi abbiamo avuto con la ASL un approccio assolutamente rispettoso e avevamo chiesto originariamente di avere informazioni tecniche e scientifiche per poter comprendere se effettivamente l’abbattimento era una cosa inevitabile e avevamo assicurato che se ci avessero dato una spiegazione plausibile avremmo difeso, anche se siamo un partito Animalista, l’operato della ASL.

    “Poi alle 13.30 odierne ci hanno messo in contatto con la responsabile dell’Ufficio Stampa della ASL RM1  (e attivista della LAV) che mi ha promesso che avrebbe contattato il veterinario Dr. Mario Frega (che con noi non ha voluto parlare) per chiedere le motivazioni scientifiche dell’esigenza di abbattimento e poi di spiegarcele.  Ma poi la responsabile è sparita e ora non risponde più al telefono.

    “Quindi deduciamo che non avendo dato a noi alcuna spiegazione plausibile, sono perfettamente consapevoli che soluzioni alternative all’abbattimento in realtà ci sono.

    “È opinione del nostro Partito che il Sindaco Gualtieri e il Presidente della Regione Lazio Zingaretti abbiano una precisa responsabilità  politica (oltre che morale) nella vicenda della ‘’sfattoria’’ di Roma e che sarebbe quindi il caso che facessero un passo indietro lasciando la responsabilità di amministrare i nostri territori a persone dotate di un reale senso di rispetto nei confronti della vita”.

    Così, in una nota, il segretario nazionale del partito Rivoluzione Ecologista Animalista, Gabriella Caramanica ed il Presidente Marco Strano.

    Sulla vicenda c’è da registrare anche un intervento di Rachele Mussolini consigliera capitolina di Fratelli d’Italia. Questo il comunicato: “Roma, con Gualtieri è diventata la città del non senso. La mancanza di controllo del territorio ci rende una città allo sbando; animali che pascolano e incendi in ogni dove. E se per gli incendi c’è anche chi indaga, cinghiali e cervi scorrazzano indisturbati.

    “Ma la notizia vera è relativa alla ordinanza della ASL Roma 1 che prevede l’abbattimento di 120 esemplari di suini, salvati da situazioni di maltrattamento, censiti dalla ASL stessa e non destinati al consumo alimentare. La motivazione sta nella potenziale diffusione della peste suina africana.

    “Ora, mi domando: animali controllati e microchippati dovrebbero diffondere la peste suina, mentre quelli selvatici sono immuni? Non è così. Il rischio vero è relativo agli animali che girano incontrollati dal centro alle periferie.

    “Nella città del non senso il rischio è quello di creare il pretesto per poi passare ad abbattimenti selettivi in ogni fattoria e ovunque vi siano animali domestici. Una amministrazione distratta crea disagio, non risolve i problemi e trasforma la città in un pericoloso far west nel quale i diritti, anche quelli degli animali, latitano”. Così conclude la consigliera capitolina di FdI, Rachele Mussolini.

    Più informazioni su