COSTITUZIONE | OSTELLINO: PRIMA PARTE SOCIALISTA, SECONDA LIBERALE

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    Piero Ostellino affronta sul Corriere della sera il problema della costituzione italiana scritta, nella prima parte, per un regime socialista, o meglio: comunista, e nella seconda parte per un sistema politico liberale. Un paradosso che continua ad avere conseguenze sulla vita politica e sociale del nostro paese. “Caduto – scrive Ostellino – il comunismo in tutto il mondo, stiamo riproponendo, in ritardo rispetto ai tempi e alla stessa cultura politica del Novecento, la condizione in cui si era venuta a trovare l`Unione Sovietica dopo la rivoluzione bolscevica: quella del «socialismo in un solo Paese». Da noi, peraltro, oggi, senza le forme istituzionali e il dominio politico che avevano caratterizzata l`Urss in senso totalitario.

    “Siamo – prosegue Ostellino – un Paese, bene o male, di democrazia liberale, capitalista e di mercato, ma che, ciò non di meno e allo stesso tempo, ha una cultura politica egemone e, spesso, persino una legislazione, che ne sono la negazione. Un paradosso storico, culturale, politico e istituzionale. In realtà, che ci piaccia o no, stiamo realizzando, ancorché in modo surrettizio, la Prima parte della nostra compromissoria Costituzione, quella dei diritti individuali condizionati dal perseguimento dell`«utilità sociale», cioè dal corrispettivo, analogamente astratto e ideologico, dell`«edificazione del socialismo» che, nella Costituzione sovietica, vanificava ogni diritto e ogni libertà.

    “Prima parte che, nelle intenzioni del costituente comunista, avrebbe dovuto essere la premessa sociale dell`instaurazione, prima o poi, di un regime politico analogo a quelli imposti dall`Armata rossa ai Paesi dell`Europa centrale e orientale sul modello dell`Urss; ma contraddetta, con un salto logico e politico, dalla Seconda parte della stessa Costituzione – quella delle istituzioni democratico-liberali, espressione della volontà dei costituenti anticomunisti (cattolici, liberali, azionisti, repubblicani, socialdemocratici, ecc.) di mantenere l`Italia nell`ambito delle grandi democrazie occidentali contro eventuali tentazioni totalitarie – e confermata, inoltre, dall`inserimento del Paese nella sfera degli interessi strategici degli Stati Uniti”. (…)

    La parziale realizzazione dell`ipotesi gramsciana (di egemonia nella società prima di conquistare il potere governarivo, ndr) “si è concretata – scrive Ostellino – con la diffusione, da parte della cultura collettivista, statalista, dirigista, di matrice comunista, e praticata dalle cosiddette casematte della società civile, cioè dai luoghi di formazione della cultura politica del Paese; a suo tempo, conquistati dal Pci e governati, successivamente, da suoi compiacenti alleati”. Per chi voglia seguire completamente il ragionamento di Ostellino, non resta che acquistare il Corriere della sera di carta o digitale.

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