Le rubriche di RomaDailyNews - OPS - Opinioni politicamente scorrette - di Arrigo d'Armiento

È morto Andreotti

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    È morto Andreotti, l’ultimo “cavallo di razza” della Dc, uno dei padri dell’Italia repubblicana. Il decesso è avvenuto oggi alle 12 e 25 nella sua casa romana. La notizia è stata data dai suoi familiari. Il senatore a vita aveva compiuto 94 anni il 14 gennaio. Sette volte presidente del consiglio, a capo di governi di centro, di centrodestra, di centrosinistra e di compromesso storico, ha attraversato tutta la vita politica dell’Italia repubblicana, da quando De Gasperi lo chiamò a suo principale assistente, durante la guerra, fino al termine della prima repubblica.

    Da senatore a vita ha subito infamanti processi per false affiliazioni alla mafia e per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, per venire definitivamente assolto da tutti i reati in tempo per assistere da spettatore ai fasti della seconda repubblica e, negli ultimi giorni, alla nascita di quella che già qualcuno chiama terza repubblica. Un grande uomo politico che più di ogni altro ha interpretato il principio della politica come arte del possibile: nessuno come lui si è limitato a fare soltanto quello. Per gli avversari era un cinico, ma era soltanto un saggio, inguaribile, inarrivabile realista.

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