Gelo e neve fino al 15 febbraio

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    (foto Silvestri) Il maltempo che anche ieri ha portato gelo e neve in tutta Italia resterà sul Paese almeno fino al 15 febbraio. È la previsione del meteorologo Francesco Nucera di 3bmeteo, che parla di «seconda ondata di gelo polare». Questa, «dopo aver interessato la notte scorsa le regioni settentrionali – spiega – tenderà nel fine settimana a dilagare al resto del Paese». «Ci attende – aggiunge – un week-end perturbato sulla Penisola con neve abbondante anche in pianura, in Centro; e a quote collinari al sud con temperature in forte calo». In particolare «domani – spiega Nucera – cadrà neve abbondante sino in pianura tra Marche, Emilia Romagna, dorsale appenninica e gran parte della Toscana. Domenica ci sarà ancora neve fino in pianura su Romagna e Marche e successivamente in Abruzzo e Molise. Rovesci sparsi si verificheranno tra basso Lazio, Campania e Calabria tirrenica con neve a quote collinari». Brusco anche, secondo il meteorologo, il calo delle temperature. Previsto gran gelo al Nord con la colonnina di mercurio che scenderà di 10 gradi in pianura. Sarà una situazione di forte criticità tra bolognese e Romagna (accumuli anche oltre i 30/40cm) nonchè tra Marche e Nord dell’Abruzzo; qui si avranno accumuli considerevoli e superiori ai 50/70cm sulle zone interne, fino a 30cm sulle coste. Neve forte è poi prevista su Irpinia, Sannio e Matese 30-50cm; 20-30 cm in Lucania, tra Potentino e Vulture, nonchè tra Sila e Pollino. Analoghe le previsioni di Andrea Giuliacci del Centro Epson Meteo, secondo il quale «domani tornerà la neve al nordest, e fiocchi bianchi cadranno ancora sull’Emilia-Romagna. Previste piogge, invece, all’estremo sud (Calabria e Sicilia) dove nevicherà solo sui rilievi. Domenica, poi, nevicherà ancora sulle regioni dell’Alto-Medio Adriatico». Il gelo, aggiunge, sarà protagonista anche la prossima settimana, in cui sono previste nevicate soprattutto al centro-sud. Secondo il climatologo Massimiliano Pasqui del Cnr, l’ondata di freddo di queste ultime settimane «rappresenta un evento di interesse scientifico per la sua durata e la quantità di neve caduta. Non si può però da sola metterla in correlazione con i cambiamenti climatici: per chiamarli in causa servirebbe un’alternanza di eventi estremi di caldo e freddo».

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