La lunga giornata dei lavoratori Fincantieri a Roma: dalla rabbia alle urla di gioia. Foto foto

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    foto daniele senatore

    Oltre 1.500 lavoratori di Fincantieri sono arrivati a Roma dalla Campania e dalla Liguria per manifestare contro il piano industriale dell’azienda triestina in occasione del vertice convocato dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, con aziende e sindacati. Un treno speciale da Genova con a bordo circa 1.200 lavoratori di Fincantieri e rappresentanti degli enti locali è arrivato alla stazione Ostiense a Roma, anzichè a Termini dove era previsto l’arrivo. La decisione, a quanto si apprende, è stata presa dal questore per motivi di sicurezza. Circa 400 lavoratori sono invece arrivati sempre a Ostiense da Castellamare di Stabia e saliti su dei pullman si sono diretti verso l’Eur, dove si è svolto il tavolo con il governo sulla vertenza Fincantieri. Intanto altri lavoratori, arrivati da altre sedi di Fincantieri, come Palermo, Porto Marghera, Trieste, Monfalcone e La Spezia si sono radunati all’ingresso della stazione Termini.

    Il gruppo composto da un centinaio di lavoratori arrivati da Monfalcone, Venezia, Palermo e Ancona si sono diretti verso la stazione Ostiense per raggiungere i circa 1.200 lavoratori arrivati con treno speciale da Genova. Da lì poi i manifestanti si sono mossi in corteo fino al centro della Capitale. Giunti all’altezza dell’Arco di Costantino, vicino al Colosseo, di fronte ai manifestanti, che si sono fermati, gli agenti delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Gli operai, hanno provato a trattare con le forze dell’ordine per far proseguire il corteo fino al centro della città.

    I circa 500 lavoratori dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia erano in presidio permanente sotto la sede del ministero dello sviluppo economico. Arrivati a Roma a bordo di pullman si sono sistemati sotto la sede dell’Eur per protestare contro la decisione dell’azienda di chiudere il cantiere napoletano e quello ligure, 2 degli 8 impianti italiani. A rischio sono oltre 2.500 persone e l’indotto di un’intera città. Molti indossavano magliette e cartelli con la scritta «Castellammare è Fincantieri» o «Se chiude Fincantieri muore Castellammare». «Non vogliamo la riconversione ma il rilancio del cantiere» invece sottolineavano i lavoratori in presidio «perché – aggiungono – molte aziende quando sono state riconvertite sono morte. Siamo qui per il lavoro e lo chiediamo pacificamente»

    Verso le 13.20 arrivava la notizia che: «Il piano di riassetto di Fincantieri, che prevedeva il taglio di 2550 lavoratori è stato ritirato. Notizie positive». Così un sindacalista uscito dalla sede del ministero dello sviluppo economico ha commentato l’esito del tavolo di Fincantieri a un megafono rivolgendosi ai lavoratori che hanno intonato lo slogan «lavoro, lavoro» e «vittoria, vittoria» e ancora «rilancio, rilancio». La conferma è arrivata anche dal vice sindaco di Castellammare, Giuseppe Cannavale. La protesta si trasforma in canti, abbracci e urla di gioia. Applausi e anche un ironico coro: «Bono sei bellissimo» indirizzato all’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono che, fino a poco tempo prima, era il destinatario di diversi cori denigratori.

    E la notizie arriva anche al corteo del Colosseo, che dopo il ritiro del piano di ristrutturazione da parte dell’azienda, i lavoratori felici sono tornati verso la stazione Ostiense.

    Foto Daniele Senatore

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