Marino e Alemanno insieme nella Giornata del ricordo delle foibe guastata dagli imbrattatori
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Quando ormai tra i responsabili politici prevale la volontà di ricordare le vittime della pulizia etnica a spese degli italiani dell’Istria e della Dalmazia senza nostalgie, senza speculazioni politiche, c’è sempre qualcuno che non accetta la pacificazione e la verità. Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha deposto questa mattina una corona per le vittime giuliano-dalmate all’Altare della Patria. Alla cerimonia, in occasione della Giornata del Ricordo per le Foibe e per le popolazioni Giuliano-dalmate, cacciate dai titini dall’Istria e dalle città dalmate da sempre italiane, erano presenti tra gli altri gli assessori capitolini alla Scuola, Alessandra Cattoi, alle Politiche Sociali, Rita Cutini, e l’ex primo cittadino della Capitale Gianni Alemanno.
Ma ecco che i rimasticatori d’odio immersi nell’ignoranza e nel pregiudizio ne approfittano per offendere la memoria di gente innocente, chiamando fasciste le vittime delle foibe che hanno avuto la sola colpa di essere italiane in una terra finita sotto il controllo dei comunisti titini. E’ stato imbrattato con vernice bianca il monumento a Roma in ricordo delle vittime delle foibe, situato all’altezza della metro Laurentina. Il gesto avviene proprio oggi in occasione della Giornata del Ricordo delle Foibe e per le popolazioni giuliano-dalmate.
Sul posto sono stati ritrovati volantini dal titolo ‘No alla Giornata del ricordo revisionista’. “Anche quest’anno celebriamo la nostra giornata del ricordo, sanzionando la toponomastica apologetica del passato colonialista di questo Paese – si legge nel volantino – nella giornata in cui le istituzioni e tutti i partiti politici si affannano a partecipare a manifestazioni celebrative del cosiddetto esodo giuliano-dalmata, noi insistiamo nel ricordare tutto. A coloro che oggi parlano di ‘migliaia di infoibati’ senza straccio di prova storica, noi rispondiamo colpendo i simboli di questa operazione nazionalista e anticomunista. Noi oggi ricordiamo la nostra resistenza che fu quella dei partigiani italiani e jugoslavi che lottarono contro l’invasione nazi-fascista”. Il volantino termina con la scritta ‘Morte al fascismo, liberta’ ai popoli’.
Andrebbe ricordato a questa gente che non la pensavano così nemmeno i capi della resistenza vera, come Pertini, e non la pensano così comunisti e ex comunisti responsabili come Napolitano e Violante. Nelle foibe sono finiti cittadini italiani che non erano fascisti, erano solo italiani. E i partigiani titini li hanno massacrati in modo brutale su ordine dei loro capi che avevano deciso la “pulizia etnica” di terre abitate in prevalenza da italiani e di cui volevano impossessarsi. I profughi giuliano-dalmati non sono fuggiti per evitare di espiare colpe che non avevano, sono fuggiti per evitare di fare la fine dei circa sedicimila connazionali gettati nelle foibe, la maggior parte gettati ancora vivi e lasciati morire senza pietà. Ma dirglielo agli imbrattatori è inutile: credono solo all’odio, perché sono stati allevati all’odio.