Messaggi su Ruby sulle statue della capitale

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    «All’alba di questa mattina 150 statue in tutta Roma hanno deciso di mostrare la propria indignazione, indossando dei cartelli per chiedere al Paese di far vedere che esiste un’Italia diversa. ‘Nessun dorma, svegliamocì invece in inglese ‘Italy: therès more than bunga bungà e poi ancora ‘C’è un’Italia che non chiude gli occhì, ‘Il corpo dell’Italia non è in vendità, ‘Pietrificata da questo ciarpamè. È il messaggio che ha lanciato il gruppo dei Nessun Dorma, cittadini stanchi di vedere il proprio paese deriso a livello internazionale e preoccupati per l’assoluta immobilità della politica di fronte ai problemi reali del Paese». Così una nota degli organizzatori del blitz. «Nessun Dorma è un gruppo spontaneo, senza alcuna collocazione partitica né organizzazione articolata, nato semplicemente dall’esigenza da parte di gente comune di far sentire la propria voce – prosegue la nota – Al suo interno ci sono persone di età molto diverse, professionisti, dipendenti, precari, disoccupati, genitori. I messaggi parlano sia agli italiani che al resto del mondo per ribadire che esiste un’Italia diversa, intenzionata a non cedere a quello che sembra un inarrestabile deterioramento della sostanza e dell’immagine della politica in questo Paese. È ora che l’Italia dimostri di essere migliore di come viene rappresentata dall’attuale Governo. Una Nazione fatta di donne e uomini che ogni giorno lavorano, o provano a farlo, in maniera dignitosa per creare un Paese migliore, in cui i genitori non spingono le proprie figlie a partecipare ai festini di Arcore. L’Italia è un paese che purtroppo da quindici anni vive nell’umiliazione di una democrazia zoppa». «Non è un paese normale quello in cui viene permesso al Presidente del Consiglio di monopolizzare il dibattito politico con una degradante sequela di comportamenti vergognosi e offensivi della dignità delle donne – si legga ancora – Non è un paese normale un paese in cui il Presidente del Consiglio si considera in ogni caso immune dall’autorità giudiziaria. Un Paese in cui sono oscurate dal »ciarpame« le gravi notizie legate al progressivo degrado della scuola, della sanità, dei diritti dei lavoratori. Con questa azione dimostrativa chiediamo di dare spazio a una classe dirigente rinnovata, che non vuol dire anti-politica, ma politica nuova, che si occupi dei problemi reali del paese: dei giovani, del lavoro, dell’ambiente, delle discriminazioni, di una sana economia. Anche le statue si sono indignate. Ora tocca a tutti noi, persone in carne e ossa, alzarci in piedi e riprendere in mano il nostro destino: senza lasciarci vincere dall’assuefazione a cui siamo stati costretti, ma creando un movimento della società civile capace di restituire dignità a questo Paese».

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