Palazzo Chigi, la guerra dei tassisti

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    Dicono di essere pronti alla guerra e allo sciopero a oltranza, dicono che non saranno loro gli agnelli sacrificali e che, se necessario, bloccheranno Roma e l’Italia. Lanciano petardi e fumogeni. Sono i tassisti di tutta Italia convenuti in migliaia a Roma, soprattutto da Napoli, per l’incontro tra i sindacati e il governo. Una tensione, quella della categoria delle auto bianche, sfociata dopo giorni di proteste, in insulti culminati in mattinata anche con calci alle auto dei colleghi romani al lavoro al Circo Massimo, all’Eur, alla stazione Termini e all’aeroporto di Fiumicino. Poi nel pomeriggio in calci e pugni, stavolta non contro le macchine ma in una guerra tra tassisti romani e napoletani. L’epilogo poco le 20 quando è terminato l’incontro tra sindacati e governo sulla liberalizzazione del settore, aggiornandolo a domani. L’esito è stato accolto con brevi risse a suon di calci e pugni tra tassisti a due passi da palazzo Chigi e una promessa «mettiamo a ferro e fuoco questa citta». L’attesa dei tassisti si è concentrata in mattinata al Circo Massimo, arena cara alle loro proteste fin dal 2006, quando scesero in piazza, anche in quel caso, contro le liberalizzazioni, ma poi l’istinto di avvicinarsi a Palazzo Chigi, luogo dell’incontro, ha prevalso su tutto e un fiume di tassisti si è riversato su via del Corso per arrivare a Palazzo Chigi al grido di: «Blocchiamo Roma». Via del Corso è stata chiusa e riaperta più volte ma traffico si è registrato in tutta la zona centrale di Roma. Momenti di tensione a Palazzo Chigi nel pomeriggio dove sono volati calci e pugni tra tassisti arrivati in forze nella capitale. Tensione anche al Circo Massimo dove sono volati insulti tra conducenti delle auto bianche di Roma e Napoli. Poco prima il sindaco Alemanno aveva chiesto l’intervento della Questura definendo «inammissibile» la nascita di «manifestazioni spontanee non autorizzate di alcuni lavoratori del settore. Si tratta quasi esclusivamente di operatori provenienti da fuori Roma che stanno bloccando la città e minacciando i colleghi romani. Chiedo alla Questura di intervenire per difendere i tassisti romani. Invito tutti i lavoratori ad aderire all’assemblea autorizzata di domani e a non contribuire ad alimentare manifestazioni non autorizzate». E non è servito a molto l’appello alla calma fatto in mattinata da tutti i sindacati al popolo delle auto bianche: i punti contenuti in un documento preparato stamani nel parlamentino di Roma sembrano passare in secondo piano rispetto a uno spettacolo già visto qualche anno fa. Il documento, firmato da tutte e 22 le sigle sindacali e la cui sintesi sembra uno slogan, parla di una licenza, un proprietario, un turno, un territorio. I tassisti sono disposti a discutere sulla flessibilità dei turni, sempre decisi dai comuni, «se tutti soggetti del trasporto pubblico locale siederanno intorno allo stesso tavolo – assicura il segretario nazionale di Unica-Cgil, Nicola Di Giacobbe – Da parte nostra massima disponibilità ad aumentare e migliorare il servizio all’interno di un tavolo dove ognuno faccia la propria parte, dai comuni, alle aziende di linea, ai tassisti. Non siamo disposti a diventare gli agnelli sacrificali». Intanto dalle 18 i passeggeri hanno denunciato la scarsità di taxi all’aeroporto di Fiumicino. Verso le 20.30 termina l’incontro a Palazzo Chigi: dopo averne appreso l’esito, ovvero che il governo mantiene la bozza circolata nei giorni scorsi, compreso il cumulo delle licenze, scoppiano nuovi tafferugli. L’appuntamento per le auto bianche è rinviato a domani alle 12 sempre al Circo Massimo, dove la categoria deciderà cosa fare.

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