Sanremo è sempre Sanremo. Anche con Maria
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Sanremo è sempre Sanremo. Anche con Maria. Al via il Festival 2017 con tanti big semi-sconosciuti e poche canzoni degne di nota. Le pagelle –
È partito come il Festival delle grandi aspettative, almeno fin da quando Carlo Conti ha annunciato la presenza di Maria De Filippi come co-conduttrice. Ma anche quest’anno Sanremo ha mantenuto alcuni buoni e cattivi cliché. Come i riferimenti all’attualità (Trump, Renzi, terremoto), gli ospiti “di grido” (Tiziano Ferro, Raoul Bova, Ricky Martin), i tempi lunghissimi di regia, i cantanti in gara tra pluriennali ritorni, esordi e compars(at)e.
Ecco le pagelle (in ordine di esibizione) dei big in gara il 7 febbraio.
Giusy Ferreri – Fa talmente male. Melodia da ballare per una canzone perfettamente radiofonica. Giusy è visibilmente emozionata, eppure parte come una Ferrari. Non vincerà, ma impareremo il brano a memoria. Voto: 7
Fabrizio Moro – Portami via. Nuovo Sanremo, vecchia canzone. Sequenza di note e chiaroscuri già sentiti, con un acuto finale a dir poco urlato. Voto: 4
Elodie – Tutta colpa mia. Ogni volta che canta sembra che abbia una voce diversa. E anche il suo genere musicale cambia sempre. Unico punto a favore l’intonazione. Voto: 5
Lodovica Comello – Il cielo non mi basta. Un po’ la Cristina D’Avena dei poveri, perché la canzone potrebbe essere la colonna sonora di un cartone animato. Forse nemmeno lei si rende conto di essere tra i big. Voto: 3
Fiorella Mannoia – Che sia benedetta. Nel vero senso della parola. Con lei si comincia a ragionare e, in attesa di sentire i big della seconda serata, prenota il primo posto nel podio. Impeccabile e con un testo profondo. Voto: 9
Alessio Bernabei – Nel mezzo di un applauso. Non si sa chi voglia imitare né cosa voglia comunicare con la sua canzone. Di certo, però, ha preso Sanremo come un appuntamento fisso. Un finto big. Voto: 2
Al Bano – Di rose e di spine. 15 volte al Festival e ancora ha in volto la felicità di un ragazzo alle prime armi. La canzone ricorda i Sanremo degli anni ‘80. La voce (ahimé vagamente) gli sfarzi di un tempo. Voto: 6
Samuel – Vedrai. La tipica canzone che scomparirà dopo Sanremo. Un cocktail di suoni già sentiti, accompagnati da una voce poco empatica. Voto: 3
Ron – L’ottava meraviglia. Ha dalla sua la grande esperienza, che gli basta per saper convincere. Si presenta con una bella canzone, che si apprezza di più ad ogni ascolto. Voto: 7
Clementino – Ragazzi fuori. Strofe rappate in napoletano che sembrano le stesse in ogni sua canzone. Dovrebbe rappresentare il punto di rottura con la tradizione melodica sanremese, invece viene voglia di metterlo in pausa. Voto: 4
Ermal Meta – Vietato morire. Una nuova (vecchia) proposta finita per caso tra i big. La canzone si commenta da sé. Voto: 2
Gianluca Basciu