Siamo tutti “avanzi di balera”

In Italia abbiamo almeno un talento: trasformare ogni accadimento in un tema di propaganda e di campanilismo. Gli italiani essenzialmente tifano: non hanno voglia di perdere tempo a leggere, a confrontare diverse opinioni, a capire. Non sono curiosi, non interessa loro altro che scegliere una posizione comodamente fra quelle che zelanti fornitori, in genere di opposta matrice politica, servono loro sulle prime pagine dei giornali.
E’ così anche con la farsa delle discoteche: stigmatizzate come luoghi di “unzione” e contagio, simbolo della deboscia giovanile, hanno generato scandalo ed ora vanno represse (insieme ai debosciati). Un’assurdità e provo a spiegarvi perchè.
In linea teorica ogni luogo in cui ci si riunisce (compreso il bar sotto casa) è pericoloso: che differenza c’è fra un vagone della metropolitana e una sala da ballo? Fra un autobus affollato e rovente e una festa in spiaggia?
Da un punto di vista epidemiologico nessuna: sono posti in cui si sta a stretto contatto per troppo tempo.
La questione di fondo è una ed è molto semplice: possiamo restare tutti chiusi in casa per due o tre anni senza far collassare il sistema socio economico? No, è abbastanza ovvio. Fra morire di fame e rischiare di prendersi una malattia potenzialmente anche grave, si sceglie almeno di rischiare a stomaco pieno.
E allora perché per andare a lavorare devo salire su un mezzo sporco, pieno di gente e lento e se voglio andare a prendermi un aperitivo sulla spiaggia vengo additato come hostis publicus, nemico dello Stato?

Si badi bene: quella che vi condanna se andate in discoteca è la stessa classe dirigente che non ha fatto in modo di offrire un servizio di trasporto pubblico decente – e che ora, con deliranti regole del tutto inapplicabili (vedasi i sedili da lasciare vuoti), mostra ancora di più la corda della sua crisi pluriennale.

I greci distinguevano fra “doxa” e “aleteia”, opinione e verità.
Ecco, in Italia tutto è opinione e della verità non frega niente a nessuno.

Veniamo alle mascherine. Servono a ridurre il contagio? Si. E’ un dato di fatto: se riduco l’emissione di goccioline di saliva proteggo gli altri (e proteggo anche mucose della bocca e del naso). E allora perchè per settimane e mesi persino l’OMS ha tenuto un ridicolo dibattito sulla utilità delle mascherine?

Per un motivo assai semplice: perché non ce ne erano a sufficienza per tutti (esempio di come l’aleteia, celata volutamente, finisca per alimentare la doxa e creare confusione nella testa della gente).

Per quel che mi riguarda – scelta personale e libera – io portavo sempre la mascherina fuori di casa (oltre a stare molto attento a lavarmi le mani al rientro e ad evitare ogni contatto con qualunque mucosa prima di averlo fatto) e continuerò a farlo, ma questo non mi impedisce di essere critico nei confronti della manifesta e pelosa tendenza paternalistica di una classe dirigente inadeguata che vive di propaganda, di doxa e non di aleteia.