Stupro ex ambasciata, legale: “Scarcerare i due somali, quadro indiziario insufficiente””

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    Un quadro indiziario insufficiente per la detenzione in carcere. Questo uno dei motivi per i quali l’avvocato Marco Borrani ha presentato al tribunale del Riesame istanza di scarcerazione dei suoi assistiti, i due somali accusati di aver abusato il 25 febbraio scorso di una ragazza romana nella sede dell’ex ambasciata somala in via dei Villini. «A mio avviso non sussistono le esigenze cautelari rilevate dal gip Giovanni Ariolli in sede di convalida dell’arresto – ha detto il penalista – Stando a quanto emerge dagli atti la persona offesa non li ha neanche riconosciuti e non ci sono ancora i risultati del test del dna, per i quali si dovrà ancora aspettare un paio di settimane. Comunque mi devo fondare sulle dichiarazioni dei mie assistiti. Mi hanno riferito che quella sera stavano dormendo al secondo piano, quando sono stati svegliati per il gran trambusto che stava accadendo al piano terra dove è avvenuta la violenza. Quindi sono scesi e sono stati fermati dalle forze dell’ordine che li ha presi nel mucchio. Negano di aver mai conosciuto la parte offesa e di averne abusato. Non conoscevano neanche il ragazzo che l’ha portata nell’ex ambasciata». Questi, anche lui somalo, allo stato non risulta tra le persone indagate: «Mi sembra un’anomalia – ha rilevato l’avvocato Borrani – soprattutto in un momento in cui tutta la vicenda risulta ancora molto fumosa e poco chiara». Nei prossimi giorni il tribunale del Riesame ora dovrà fissare l’udienza per la discussione del ricorso del penalista. Secondo la ricostruzione degli inquirenti lo stupro è avvenuto dopo che la ragazza, ventenne romana, si era allontanata da casa, nella zona del Nomentano, dopo una violenta lite con la madre. A Termini conobbe un ragazzo somalo che la portò nell’immobile in via dei Villini. Sopraggiunti altri due stranieri, iniziano le violenze. La ragazza poi riesce a divincolarsi e a scappare, anche grazie all’intervento di altri somali. Poi i fermi e la visita dalla ventenne al Policlinico, dove vengono confermate le violenze subite.

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