Tor Bella Monaca, guerra di bande dietro raid punitivo

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    Con un colpo di machete alla nuca lo hanno quasi decapitato, lasciando cadere sull’asfalto le sue treccine di capelli insanguinate. Ora il nigeriano 25enne lotta tra la vita al policlinico Tor Vergata. Ma i carabinieri della compagnia di Frascati, guidati dal capitano Giuseppe Iacoviello, hanno fermato dopo poche ore i presunti responsabili della missione punitiva di ieri in via Marabini. Grazie all’aiuto di alcuni testimoni, che hanno indicato il modello delle auto usate dagli aggressori, e a un’intuzione investigatiga che ha permesso ai militari di risalire a due auto fermate da altre pattuglie alcuni giorni fa in zona, i carabineiri sono risaliti a un’abitazione di borgata Finocchio dove gli 11 nigeriani fermati, assieme a mogli e figli vivevano. Nella notte è scattato il blitz. Durante l’irruzione i militari sono stati «accolti» dal lancio di piatti, posate e borsoni. Qualcuno ha reagito cercando di aggredire i carabinieri. I fermati, che corrispondono agli identikit dei testimoni, hanno tra i 20 e i 38 anni e sono stati accusati di tentato omicidio in soccorso, ma anche di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Nelle auto, parcheggiate sul retro, sono state trovati sedili sporchi di sangue, catene, spaccatesta, mazze da baseball e un fodero di un machete. I militari ritengono che si tratti di una guerra tra bande rivali, o una faida all’interno della stessa fazione, per la ripartizione del territorio finalizzata ad attività illecite, probabilmente allo spaccio di eroina. La vittima del pestaggio di ieri, un 25enne ufficialmente senza fissa dimora, potrebbe aver partecipato al pestaggio del 31enne nigeriano avvenuto giovedì scorso e per questo sarebbe finito nel mirino degli arrestati. Proseguono le indagini per risalire agli autori della prima aggressione.

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