Tor Pignattara, bengalese accoltellato per una sigaretta: arrestato 16 enne

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    Ancora sangue a Torpignattara, periferia est di Roma, poco più di due settimane dopo l’uccisione del cinese Zhou Zheng e della figlia Joy di nove mesi durante una rapina. Ma stavolta sono dei giovanissimi bulli della zona a ferire a coltellate due immigrati bengalesi di 24 anni, dopo averne picchiato un terzo per una sigaretta negata. I carabinieri hanno fermato un 16enne romano, già arrestato l’anno scorso per un episodio simile, sempre ai danni di un bengalese. È ritenuto l’accoltellatore. Si cercano due complici, descritti dalle vittime come «di carnagione chiara» e che «parlavano italiano». Ma potrebbero essere stranieri. ‘La baby gang delle sigarettè, l’ha già ribattezzata qualcuno. Una delle vittime è ricoverata in ospedale, ma non rischia la vita. L’altra è stata medicata e dimessa. Hanno ferite alle braccia e al torace. Il terzo bengalese aggredito ha il naso rotto. La comunità del Bangladesh, gli altri immigrati e anche molti italiani chiedono più sicurezza a Torpignattara. L’episodio risale a sabato all’alba, ma è stato reso noto oggi dal Comitato Immigrati in Italia – Comunità Bangladesh Roma. Secondo quanto ricostruito finora, Mojibor Rahman, 38 anni, alle 4 del mattino esce di casa, in via Serbelloni, a poche centinaia di metri da via Giovannoli, luogo del delitto di Zhou e Joy. L’immigrato bengalese va a lavorare al mercato di piazza Vittorio, nel centro storico. Sotto l’abitazione tre ragazzi lo avvicinano e gli chiedono una sigaretta. L’uomo non ne ha o non vuole offrirne e i tre lo prendono a calci e pugni, fratturandogli il naso. Rahman urla, gli aggressori gli sottraggono il portafogli e scappano. Due cognati del 38enne, i Arob Alì e Robiul Molla, scendono in strada, cercano i tre giovani e li trovano poco distante. Pretendono la restituzione del portafogli, che contiene 200 euro, scoppia una lite. Uno dei tre bulli tira fuori un coltello a serramanico e colpisce i bengalesi alle braccia e al torace. Poi fugge assieme ai due compari. Alcuni carabinieri della Compagnia Casilina, di pattuglia a Torpignattara, intervengono e soccorrono i feriti. Il più grave è Alì. Parte la caccia ai tre aggressori. Uno di loro, il presunto accoltellatore, viene fermato oggi: è un 16enne romano, con precedenti, ed è accusato di tentato omicidio. Vive nel quartiere con la famiglia, fa lavoretti saltuari. La Comunità bengalese convoca un sit-in in via Serbelloni chiedendo più sicurezza per gli immigrati, non solo per gli italiani. Uno dei giovani feriti, Molla, racconta l’accaduto. Un altro immigrato del Bangladesh, Alì Ambar, mostra una denuncia per le minacce di morte ricevute da uno sconosciuto, sempre per una sigaretta negata. Due casi simili si erano verificati l’anno scorso a Torpignattara, vittime un italiano e un bengalese: in tutto sette giovani erano stati arrestati dai carabinieri, tra cui anche il 16enne fermato oggi. Il sindaco Gianni Alemanno esorta a non enfatizzare l’ultimo episodio di violenza, e ricorda il grande impegno messo in campo dalle forze dell’ordine per la sicurezza ma l’opposizione torna ad attaccarlo. Il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione, Andrea Riccardi, sottolinea la necessità di «assicurare sicurezza e legalità a tutti, italiani e stranieri». E il clima resta teso nel quartiere popolare e multirazziale. I carabinieri nelle ultime 48 ore hanno fatto controlli nelle case di pregiudicati e persone agli arresti domiciliari, così come in altre zone calde della città. Si cerca ancora il secondo killer di Zhou e Joy, dopo il ritrovamento domenica scorsa del corpo del marocchino Mohammed Nasiri, impiccato in un casolare di campagna sulla via Boccea, all’estremo nord di Roma.

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