Esplode una bomba a mano operaio muore dilaniato

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    I primi soccorritori raccontano un orrore indescrivibile: il corpo senza braccia, il viso dimezzato, le viscere scoperte. Sul soffitto della cucina e la balaustra del balconcino, brandelli di carne umana. C’è solo da sperare che la morte sia stata istantanea, che abbia agguantato quel pover’uomo prima che facesse in tempo a impazzire di dolore.
    Si chiamava Robert Iulian Kessler, aveva 27 anni, era un operaio edile romeno. Con il fratello e un connazionale, stava lavorando da circa un mese al restauro di un appartamento in via Tuscolana 791, pochi metri dalla fermata Lucio Sestio della metropolitana. Ieri pomeriggio intorno alle due, in uno sgabuzzino, si è imbattuto in uno zaino e ha cominciato a frugare il contenuto. Ha tirato fuori un cilindretto di alluminio scanalato, meno di dieci centimetri, ha preso a manipolarlo. Pochi secondi dopo l’oggetto è esploso, lo ha dilaniato. Chi c’era riferisce di un boato insopportabile, seguito in un attimo dal fumo e dalle urla angosciate del fratello.
    Quel pezzo di metallo era una bomba a mano, una Srcm 35. Un micidiale ordigno da guerra, entrato in servizio al tempo della campagna d’Etiopia, ma ancora in uso nell’esercito italiano. Quarantatre grammi di tritolo, una nuvola di schegge fatte per straziare le carni. L’ambulanza che ha caricato Kessler lo ha portato all’ex aeroporto di Centocelle, dove stava dirigendosi un’eliambulanza per un disperato tentativo di salvarlo. Ma l’uomo è arrivato già morto, il velivolo è ripartito vuoto. … … … di MICHELE CONCINA (Il Messaggero, Cronaca di Roma)

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