Il Messaggero Cronaca di Roma Finisce nel sangue l’ennesima lite per il volume alto

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    Modellistica matematica. Acceleratori. Raggi laser a elettroni liberi. Le giornate di Marcello Quattromini, 49 anni, un fisico nucleare dell’Enea centro di ricerche di Frascati erano piene di numeri, di termini tecnici e di studi che possono sembrare astrusi solo a chi non ne conosce l’utilità. Poi c’erano i tre figli adolescenti, la moglie, la casa a Monte Porzio Catone e un vicino anziano e solitario che si lamentava perché una famiglia così numerosa, felice, piena di vita non può non fare un po’ di casino. Una bella grana, si sarà detto il ricercatore, attriti incomprensibili, faccenda estranea ad ogni logica e ad ogni raziocinio.
    Ma alle sette di ieri mattina, Mario Nardi, 66 anni, il vicino del ricercatore, ex titolare di un negozio di alimentari all’Alessandrino, non ha pensato assolutamente nulla di logico. Ha affrontato Quattromini sul pianerottolo di casa, un terzo piano, si è lamentato perché «c’era la radio troppo alta», «perché adesso basta», «perché l’ho già detto cento volte», e ha tirato fuori una pistola Beretta facendo fuoco dopo un brevissimo scambio di insulti. Il fisico dell’Enea, colpito in pieno da una pallottola al cuore, è crollato a terra, morte istantanea.
    Il delitto è avvenuto in un comprensorio alla periferia di Monte Porzio Catone: via di Villa Taverna, belle palazzine, aria pulita, tanta tranquillità. Quattromini, padre di tre figli di 12, 14 e 16 anni, due maschi e una femmina, stava andando al lavoro. Le discussioni con Nanni lo stereo dei ragazzi, le voci troppo alte, questo, quello e quell’altro andavano avanti da tempo. Il fisico tempo fa aveva segnalato la cosa alla polizia con un esposto. Ma nulla, secondo i testimoni, faceva pensare che nella mente dell’ex negoziante la rabbia si stesse tramutando in voglia di uccidere. … di LUCA LIPPERA

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