Il Messaggero – Cronaca di Roma. Furti senza scassinare la porta: presa la banda delle case di lusso

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    Sgominata dai carabinieri la banda del «key bumping», la nuova frontiera nei sistemi di furto con scasso: in manette sono finiti 14 georgiani, tra loro anche tre donne, che entravano negli appartamenti usando una chiave particolare, e riuscivano ad aprire le porte delle abitazioni senza lasciare segni di scasso. La refurtiva recuperata, preziosi, argento e apparecchiature hi-tech, ammonta a circa 300.000 mila euro. L’operazione della compagnia Trionfale, agli ordini del comandante Vincenzo Pascale, è stata chiamata San Giorgio, dal santo patrono della Georgia, che si festeggia il 23 novembre: lo stesso giorno che i carabinieri hanno compiuto il primo arresto nel quartiere Prati, e che ha fatto scattare l’indagine, perché il fermato aveva una piccola valigia con dentro l’attrezzatura per il «key bumping». Oltre ai 14 arrestati, (due sono stati presi in flagranza mentre cercavano di scassinare due serrature),altri due georgiani sono stati denunciati.
    La tecnica del «key bumping», letteralmente «colpisci la chiave», si avvale di chiavi passe-partout prodotte in Georgia per attaccare serrature a cilindro europeo. La chiave viene inserita nella toppa e con dei colpetti ben assestati si apre la porta, e non si lascia nessuna traccia. In alcuni casi la banda usava una chiave «a bussola» per estrarre il cilindro dalla serratura. I furti sono avvenuti in diverse zone di Roma, ma in prevalenza al Casilino, a Montesacro, a Prati, al Nuovo Salario e a Porta Cavalleggeri Ogni componente della banda, tra i 21 e i 62 anni, aveva un compito: i due più anziani facevano da vedette, altri nove erano gli scassinatori, che compivano i sopralluoghi portandosi dietro una valigetta 24 ore che conteneva l’attrezzatura per limare la chiave. Gli appartamenti prescelti venivano segnalati spostando lo zerbino, e quando gli scassinatori entravano in azione, coprivano gli spioncini dei vicini di pianerottolo con lo scotch.
    Una volta arraffata la refurtiva i ladri affidavano tutto alle tre complici che li aspettavano in strada. Erano loro, le donne, a custodire il malloppo, tutte e tre lavoravano come badanti presso famiglie benestanti, una «copertura» che le rendeva insospettabili……… (di PAOLA VUOLO)

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