Il Messaggero Cronaca di Roma Sedicenne giù da una torre sull’iPad l’addio ai genitori

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    «Sto vicino al lago, sono triste mi voglio suicidare. Perdonatemi, vi voglio bene, lascio la chitarra a papà. Cercate il mio zaino, dentro c’è l’iPad con un messaggio per voi». Manda l’ultimo sms alla madre, chiude gli occhi e butta via i suoi sedici anni lanciandosi dal diciannovesimo piano di una delle torri in demolizione a viale Europa, all’Eur. Di fronte c’è un mercatino, gli ambulanti lo vedono precipitare come un fantoccio di pezza, una donna urla, qualcuno chiama la polizia, anche la madre ha avvisato il 113. Insieme agli agenti arrivano i vigili del fuoco e i genitori del ragazzo, la madre quasi sviene, il padre piange in silenzio, raccoglie lo zainetto e le scarpe che quel figlio tanto voluto, adottato in India otto anni fa, ha lasciato poco lontano dalla torre.
    «A sedici anni non si dovrebbero avere pensieri di morte», sussurra un poliziotto del commissariato Esposizione. Eppure questo ragazzo li aveva, e nessuno sa dire perché. La madre, il padre, il fratello, gli insegnanti e i compagni di scuola nulla sanno del dolore del figlio, del fratello e dell’amico, della sua disperazione, così forte e incontenibile da fargli desiderare di morire.
    Ieri mattina questo ragazzo dai grandi occhi neri arriva a scuola come sempre, frequenta l’istituto tecnico aeronautico «Francesco De Pinedo», ma diversamente dagli altri giorni non entra in classe. Si allontana dai compagni e raggiunge viale Europa, arriva al cantiere chiuso delle due torri, dove una volta c’era la sede della Dia, poco lontano dalla Nuvola di Fuksas, il ragazzo scavalca la recinzione di ferro, si toglie lo zaino e le scarpe, scivola sotto la rete che avvolge la torre e sale deciso verso la morte. … … (di PAOLA VUOLO)

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