Il Messaggero Cronaca di Roma | Soldi e ricatti dietro l’esecuzione di Lopresti

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    Due piste e tante ipotesi. La procura della Capitale cerca di delineare il profilo del paparazzo Davide Lopresti, detto Johnny. Lo fa attraverso i colleghi, ma anche analizzando la sua vita e il suo passato. E si intravede già la possibilità che dietro l’esecuzione avvenuta alla cinque e mezza del pomeriggio di mercoledì scorso sotto ponte Testaccio, possa esserci una storia di ricatti e di denaro, di debiti e di impegni mancati. Di Daniele, gli amici parlano come di qualcuno che ha sempre vissuto sul filo del rasoio e che era riuscito a infilare una serie di scoop che gli avevano creato fortuna. LE MINACCE Due anni fa, però, i primi timori reali, le prime preoccupazioni. Il paparazzo, 42 anni, originario di un paese in provincia di Vibo Valentia, si rivolge ai carabinieri e denuncia: «Ricevo tante telefonate silenziose, mi chiamano, mi fanno sentire che c’è qualcuno dall’altro capo del filo e poi staccano. Nell’ultima telefonata, una voce di uomo mi ha detto: attento a te, ora sappiamo dove abiti». In passato, in Calabria, gli avevano bruciato la macchina. «Questione di gelosia, roba di donne», aveva raccontato agli amici. Il dubbio, però, che qualcosa stesse andando storto nella sua vita, hanno cominciato ad averlo in tanti. Ora l’esecuzione: un colpo, forse di calibro 22, sparato in testa da circa un metro, lateralmente alla fronte.

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