Il Messaggero Cronaca di Roma «Busco non ha ucciso era senza un movente»

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    Nessun valido movente e ben undici circostanze a favore dell’imputato Raniero Busco. Le motivazioni della sentenza con la quale l’ex fidanzato di Simonetta Cesaroni è stato assolto dall’accusa di omicidio aggravato da sevizie e crudeltà sono arrivate dopo soli 42 giorni dalla decisione. E non hanno lasciato spazio a dubbi. Così come è avvenuto nelle fasi del processo, durante il quale il presidente Mario D’Andria e il giudice a latere Giancarlo De Cataldo avevano lasciato intuire che non volevano perdere molto tempo per giungere alla conclusione, anche le ragioni che hanno portato la Corte d’assise d’appello a smontare l’impianto accusatorio, sono state prodotte in tempi rapidissimi. Come a dire che le idee tra i togati e i giudici popolari erano ben chiare. E che quei 24 anni di condanna dati in primo grado erano un’assurdità.
    Si arriva così alle quasi duecento pagine depositate ieri nelle quali viene ampiamente spiegato che non ci sono prove per dimostrare che Raniero ha ucciso Simonetta il 7 agosto 1990. Anzi, di più: non c’è un movente e rimangono «inquietanti» interrogativi a rendere oscura una storia che da anni continua a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica.  … …. di CRISTIANA MANGANI

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