Il Messaggero Cronaca di Roma Neonato morto, la mamma: non mi dissero del latte in vena

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    Rassegna Stampa - Cronaca e Notizie di Roma

    Non le dissero dello scambio tra la sacca di latte e quella di soluzione idrolipidica. E per questo motivo chiese ai medici di non sottoporre il piccolo Marcus all’autopsia: «Non volevo che il corpo del mio bambino fosse fatto a pezzi, per questo firmai e lo feci portare via». Ieri mattina alle 9, Jacqueline De Vega, la mamma del bambino morto all’ospedale San Giovanni dopo che gli era stato iniettato latte per endovena, ha bussato alla porta del pm Leonardo Frisani per raccontare la sua storia. Due ore e mezza in tutto di audizione, in cui la donna ha raccontato come alle 6 di mattina del 28 giugno, la avvertirono una prima volta che Marcus stava male: «Non mi dissero che la fiala del latte era stata scambiata con quella della soluzione idrolipidica, parlarono di insufficienza polmonare dovuta al fatto che il bambino era prematuro», ha detto la donna, assistita dagli avvocati Danilo Granito e Massimo Argirò. Stessa spiegazione quando le chiesero sangue per una trasfusione e pure il 29 giugno, quando, all’alba, il cuore di Marcus smise di battere.
    Non è chiaro a chi spettasse l’incarico di parlare con la madre e avvertirla del problema. La dottoressa Maria Rita Chiusuri, che pure svolgeva le funzioni di sostituta, non avrebbe mai ricevuto alcun incarico formale come sostituto o facente funzioni. L’allarme, il 28 mattina, fu portato direttamente all’ufficio del direttore sanitario Corea: «E’ vero che la dottoressa Chiusuri, che da tempo lavora nel reparto di Neonatologia è un punto di riferimento per la struttura – spiega il suo avvocato, Gaetano Scalise – Ma non c’è nessun ordine di servizio scritto».  … …. Sara Menafra

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