Il Tempo Cronaca di Roma La criminalità alza il tiro La bomba era un avvertimento

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    Una criminalità che non scherza quella che sabato scorso ha confezionato la bomba lasciata tra le cabine dello stabilimento «Il Capanno», a Ostia, e poi ha avvisato il 113 da una postazione telefonica dipiazzaledellaPosta.Siètrattato di un congegno ben fatto che rappresenta un preoccupante salto di qualità nella fatturadellaintimidazione erendechiaramenteilgradodipericolosità di chi ha preparato la pipe bomb e poi l’ha piazzata tra i casotti 108 e 109. Sarebbe dunque una firma. Gli investigatori della polizia hanno scomposto l’ordigno e lo hanno esaminato più da vicino. Un’analisi chemancava e che èstataautorizzatadallaProcura. Fonti della Questura spieganocheilpaccobombanonavevailtimer. L’ordignononpoteva esplodere. Il tubo era di un metallo pulito, lungo 25 centimetri, del diametro di cinque. Era pieno di polvere esplosiva (poco di più di 10 grammi di una sostanza giallastra), chiodi, tondini e bulloni, con due dadi che chiudevano le estremità filettate. Su un «tappo» era stato praticato un foro dal quale fuoriuscivano due fili elettrici collegati alla batteria di un telefonino Nokia vecchio modello, acceso, ma privo della sim card, il microcircuito stampato che consente all’apparecchio di connettersi alla linea telefonica. A prima vista la polizia aveva detto che labombaeravera.L’esametecnico ha verificato che non potevaesplodere. Lanotiziasembrarassicurante. Masoloinapprenza. In realtà gli investigatorisonopreoccupati dalla sapienza con la quale pezzo dopo pezzo il congegno è stato assemblato. La persona che lo ha fatto è sicuramente esperta di esplosivi. Non sembra aver copiato le istruzioni da Internet. Al contrario, l’anonimo bombarolosièrivelatounabile conoscitore della materia. Nonha lanciato il paccoconla pipe bomb dalla sede stradale vicina alle cabine dello stabilimento, a largo Magellano. Il gingilloesplosivoèstatoposatoconcura, perevitarechel’urto potesse scombinarlo. E poi èpartita la telefonata. …. ….

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