La Repubblica Cronaca di Roma, “I beni della capitale non sono in vendita” Cessione Acea, 10mila in piazza per dire no

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    UNDICI mesi fa la vittoria del sì ai referendum sull`acqua pubblica. Ieri, tra piazza Vittorio e piazza Santi Apostoli, ancora un corteo «per chiedere che quel voto venga rispettato». Inferiori, certamente, i numeri, ma sono bastate poche righe contenute nella delibera 32 del Campidoglio sulle holding all`interno della quale è inseritala cessione del 21 per cento di Acea, per riportare in piazza più di 10mila cittadini. Ragazzi in bicicletta, famiglie con passeggini, immigrati, ambientalisti, movimenti, associazioni, artisti del teatro Valle occupato, sindacalisti, militanti dei partiti di opposizione, sindaci e minisindaci col tricolore. Tutti insieme per gridare che “Roma non si vende, Roma si difende”. E così la sua acqua e l`azienda che ne gestisce la distribuzione. Tanti gli striscioni nel serpentone partito in sordina e poi cresciuto lungo il percorso tra via Cavour e i Fori Imperiali fino a piazza Santi Apostoli dove si è tenuto il comizio finale. Tanti gli slogan, la musica, i fischietti, i cori. Due le parole d`ordine: acqua pubblica e beni comuni. Intervallate dalle richieste di dimissioni di Alemanno. In piazza anche i lavoratoriAcea, da lunedì in assemblea perché «l`azienda – spiegano dal camionpalco – non è del sindaco, questa città non è del sindaco. Roma non si vende come non si vendono i lavoratori, come non si vendono i cittadini». Tante anche le bandiere della Cgil (con in piazza il segretario di Roma e Lazio Claudio Di Berardino), del Partito democratico, della Federazione della sinistra, di Sinistra critica, dei Cobas e di Legambiente, oltre a quelle dei movimenti come Action o la neonata Libera repubblica romana. … (VIOLA GIANNOLI )

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