La Repubblica Cronaca di Roma Sprechi, debiti e inchieste il crac della sanità cattolica

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    IL PRIMO è stato il San Raffaele di Milano. Ma il buco di un miliardo al Gemelli e l’Idi sull’orlo del crac fanno tremare la sanità cattolica del Lazio dando la polvere al “caso santasalute” in Lombardia. Tra ospedali, case di cura e istituti socio sanitari gestiti da enti e congregazione religiose il patatrac economico nella capitale sarebbe ben più pernicioso. E il crollo sembra vicino, anzi vicino è il più completo disastro. Sul Gemelli come sugli altri ospedali pesano i crediti inevasi dalla Regione e gli scottanti avvenimenti che hanno coinvolto l’Idi, Istitituto Dermopatico dell’Immacolata, fanno pensare al peggio. Cominciamo proprio dall’Idi che ha subito un’amministrazione scellerata: oggi ha debiti per oltre 300 milioni di euro, di cui una grossa parte gestita dal consigliere delegato per l’amministrazione, padre Franco Decaminada, titolo che non gli è molto gradito e che lui cambia volentieri con quello di professore: accusato di appropriazione indebita per aver prelevato 800 mila euro dalla casse dell’Idi, di cui una parte sarebbe finita nelle tasche di consulenti da lui scelti, rivelatasi una cerchia ristretta e avidissima. Distratti i controllori dei fondi e delle spese dell’Idi, che conta anche altri due istituti, il San Carlo di Nancy e la Clinica Villa Paola a Capranica, cioè i superiori della “Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione”. Ma Idi a parte c’è il caso emblematico del Policlinico Gemelli per esempio, che ha annunciato tagli di personale e di assistenza qualificata ai ricoverati: mancheranno cioè prestazioni altamente specialistiche quello che hanno fatto del Gemelli un ospedale d’eccellenza, La crisi è dovuta ai tagli operati dalla Regione che — come ha sottolineato il direttore amministrativo del Gemelli — non è stata considerata dei ricoveri e delle prestazioni che vengono erogate quotidianamente. E ancora. … … .. (anna maria liguori)

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