Notizie del giorno: crisi siriana e trattative governo

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    Notizie del giorno. In arrivo nuove sanzioni alla Russia. L’annuncio è arrivato dall’ambasciatrice Onu Nikki Halley. Nella giornata in cui tutti i leader si sono recati a Vinitaly, senza però incrociarsi, non si è registrato nessun passo avanti nelle trattative di governo.

    Notizie del giorno. Crisi siriana

    News. All’attacco militare gli Usa faranno seguire probabilmente nuove sanzioni verso Mosca. L’annuncio è arrivato dall’ambasciatrice Onu Nikki Halley, spiegando che l’obiettivo saranno le “società fornitrici di equipaggiamenti e attrezzature collegate all’uso di armi chimiche da parte di Assad”. Una “mossa senza senso”, ha commentato il ministero Esteri russo, e che esporrà comunque gli Usa al giudizio dei mercati, in un periodo che li vede già impegnati nella guerra commerciale con la Cina.

    Sul piano della riapertura del dialogo non sono stati fatti invece grandi passi avanti. Emmanuel Macron ha ribadito la “legittimità dell’intervento in Siria”, rivendicando inoltre il merito di aver convinto Trump a non ritirare le truppe dal territorio. Il presidente francese ha poi spiegato in un’intervista televisiva che il suo obiettivo è di “mettere intorno allo stesso tavolo tutti gli interlocutori della crisi siriana, Usa, Russia, Turchia e pure la componente sciita (Iran ndr)” (ANSA).

    Dal fronte orientale Vladimir Putin ha invece minacciato che arriverà “il caos nelle relazioni internazionali”, se continueranno azioni “in violazione della Carta dell’Onu” come quella di sabato.

    Sanzioni Russia: Il raid in Siria e la successiva promessa da parte di Trump di nuove sanzioni alla Russia hanno riaperto il dibattito sull’embargo tra i partiti italiani. Il primo a schierarsi è stato Matteo Salvini che, dopo aver criticato duramente l’attacco di sabato mattina, ha promesso che in un eventuale governo guidato da lui la prima cosa a saltare saranno le sanzioni alla Russia. Un’idea a cui si è subito accodato Giovanni Toti (FI), secondo cui “le sanzioni non stanno servendo”, e ribadita dalla responsabile esteri di FI, Deborah Bergamini, convinta però che si dovrà necessariamente passare prima per il Consiglio Europeo.

    La posizione del centrodestra è simile a quella sostenuta finora dal M5S e trova appigli anche nel Pd, come hanno dimostrato i tentativi dei governi Renzi e Gentiloni di ridiscutere il tema in Europa. Un’altra conferma arriva dal sottosegretario Sandro Gozi, per cui “è tempo della diplomazia, più che di nuove sanzioni”. Il metodo diplomatico dovrà essere replicato anche con Iran e Turchia secondo Gozi, attori fondamentali per stabilizzare la situazione siriana.

    Notizie del giorno: trattative governo

    Ultime notizie. Nella giornata in cui tutti i leader si sono recati a Vinitaly, senza però incrociarsi, non si è registrato nessun passo avanti nelle trattative di governo. Luigi Di Maio ha ribadito la sua strategia del contratto, tenendo equidistanti Lega e Pd. Il dialogo con la prima resta comunque privilegiato, ma ancora una volta il nodo potrà sciogliersi solo se Salvini abbandonerà Berlusconi: “Chi si ostina a proporre un centrodestra unito sceglie una strada non percorribile e che può fare anche un danno al Paese” (TGCOM).

    Il leader leghista deve quindi scegliere “tra la rivoluzione e la restaurazione con Berlusconi”. Salvini non pare però intenzionato ad accettare il veto del M5S e a Di Maio consiglia un vino particolare, lo “Sforzato” valtellinese, perché “o Di Maio si sforza di più, o si torna al voto”. La persistenza dello stallo potrebbe ora convincere Mattarella ad anticipare il suo intervento a domani, optando per una delle quattro ipotesi in campo: pre-incarico a Salvini o Di Maio, incarico esplorativo a Casellati o Fico.

    La scelta potrebbe determinare la struttura dell’esecutivo e i partiti coinvolti, con l’unica certezza che non si tornerà al voto prima del 2019.

    Qualcosa sta cambiando nell’atteggiamento del Pd, finora arroccato nella posizione dell’Aventino e convinto di essere destinato all’opposizione. Il primo segnale arriva da un’intervista suRepubblica di Carlo Calenda, dove chiede al Pd di “proporre la costituzione di un governo di transizione sostenuto da tutte le forze politiche”, e affiancarlo con una commissione bicamerale finalizzata a individuare un sistema per favorire esecutivi stabili. Partirebbe così il lavoro per scrivere una nuova legge elettorale, composta da un doppio turno maggioritario e da introdurre con una riforma costituzionale.

    Oltre alla proposta di Calenda, a evidenziare un cambiamento ci sono anche le aperture sempre più frequenti dei renziani a un dialogo. Ad intervenire anche il governatore della Toscana Stefano Bonaccini, timoroso che la costituzione di un governo M5S-Lega condannerebbe il Pd alla sconfitta in tutti i ballottaggi delle prossime amministrative.

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