Pil: Renzi: “Il dato e’ negativo, certo. Bene. vuol dire che noi lavoreremo di più”

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    Matteo Renzi

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    Il premier Matteo Renzi, intervistato dal direttore del Messaggero Virman Cusenza: ”Il dato e’ negativo, certo. Bene. vuol dire che noi lavoreremo di piu”’. Il premier  spiega di non sentirsi bocciato dal calo del Pil, assicura che non ci sara’ una manovra aggiuntiva e conferma il bonus Irpef.

    ”La grande chance – dice – e’ trasformare questo numero in occasione di accelerazione delle riforme”. ”Questo dato della crescita evidentemente ha una ricaduta in termini di costruzione del bilancio che pero’ sostanzialmente e’ azzerata dal risparmio che abbiamo sui titoli di Stato. Quindi non esiste un problema economico. Questo e’ il motivo – sottolinea Renzi – per cui non c’e’ una manovra in vista”.

    ”La nostra scommessa e’ cambiare le regole del gioco”, prosegue il premier. ”Costituzione e legge elettorale. Avere un profilo piu’ marcatamente mediterraneo e africano nella politica estera. Un grande investimento su cultura ed educazione. E un’ operazione sulla spending. Con questi cinque punti la politica torna ad essere degna di questo nome”.

    Sulla spending, ”non puo’ essere affidata a un soggetto esterno, e’ una questione politica”, dichiara il segretario del Pd, che definisce ”ottimo” il rapporto con il ministro dell’Economia Padoan. In merito all’eventualita’ di ripercussioni sugli investimenti stranieri, ”non sono molto preoccupato perche’ i soggetti stranieri stanno investendo molto in Italia, e continueranno a farlo perche’ e’ conveniente”, afferma Renzi.

    Sulle privatizzazioni, ”questo non e’ il momento di svendere. Avanti, ma non con l’ansia di chi ha bisogno di realizzare”. Parlando dell’Europa, ”la flessibilita’ che ci spetta noi ce la prendiamo, nel rispetto dei limiti del 3%”, chiosa Renzi. ”L’Italia puo’ aprire una discussione intorno all’Europa soltanto se si presenta al tavolo europeo dicendo: signori, noi il cantiere sulla giustizia civile l’abbiamo aperto, sul fisco idem, sulla digitalizzazione della Pa pure. Abbiamo cominciato a spendere bene i fondi europei. Sulla cultura abbiamo smesso di buttare via i soldi e li investiamo per crescere”.

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