Il Messaggero – Cronaca di Roma. Trinità dei Monti, vandali scatenati lastra di marmo lanciata sulle scale

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    Un gioiello buttato lì. Lasciato rotto, sporco, in balìa dell’incuria. Non basta più la bellezza in sè, quando crescono degrado e vandalismi. La rampa Mignanelli, elegante scalinata di fianco alla più nota e imponente scalinata di Trinità dei Monti, è un anfratto di gradini sbrecciati, sporcizia (alla pari dell’altra, dalla parte di San Sebastianello), abbandono. Poco più di un mese fa, alle spalle del camionbar che si trova davanti all’hotel Hassler, un enorme pezzo di travertino del muretto laterale si è rotto non si sa come; questione di pochi giorni e una mattina l’hanno trovato più giù, sbriciolato lungo la scalinata. «Qualcuno – raccontano negozianti e residenti – l’aveva gettato per le scale, contribuendo alla rottura dei già fatiscenti gradini».
    «La verità è che qui è pieno di incivili», dice la giovane signora all’interno del negozio di tessuti all’angolo. A ottobre 2011, 19 gradini vennero danneggiati: dei vandali lanciarono un secchione di ghisa pesante 150 chili dalle scale. «Furono restaurati, i pezzi riattaccati – ricorda Carlo Tessier, titolare del salone I parrucchieri lungo la rampa – ma con la neve si sono staccati tutti». Ora si è aggiunto anche il muretto spaccato. «Oltre alla sporcizia, perché qui non vengono mai a pulire».
    Siamo proprio nei pressi del Villino Giulia, l’abitazione che era di Maria Angiolillo, la signora dei salotti romani, per una vita ritrovo discreto di personaggi della cultura, dello spettacolo e della politica. E dove ogni giorno passano turisti incuriositi, politici in cerca di riserbo (magari dopo un incontro all’Hassler) e residenti («perché questi sono cento gradini, mentre la scalinata di Trinità dei Monti ne ha 136»).
    Chi vive o lavora sulla scalinata guarda desolato quel marmo tutto rotto e il muretto pericolante. «Era enorme, al centro della scalinata. I vigili hanno avvisato gli operai che lavorano nella chiesa, sono venuti e se lo sono portato via, ma ora chissà dove sta, forse era meglio che rimanesse nei dintorni»……….. (di RAFFAELLA TROILI)

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