Ascoltato dal Pm il sindaco di Viterbo sul caso arsenico

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    Un fascicolo contro ignoti, relativo alla presenza di arsenico nell’acqua oltre i limiti consentiti, è stato aperto dalla Procura della Repubblica di Viterbo. L’inchiesta, secondo quanto si è appreso, sarebbe scaturita dagli esposti presentati nei giorni scorsi da alcune associazioni di tutela dei consumatori e dai Verdi. Oggi, il pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare dell’inchiesta, ha ascoltato per oltre due ore, come persona informata sui fatti, il sindaco di Viterbo Giulio Marini. Nei prossimi giorni saranno ascoltati gli altri 33 sindaci nei cui paesi è stata rilevata una concentrazione d’arsenico oltre i 10 milligrammi/litro consentiti. Ventiquattro di essi sono rientrati nei limiti grazie alla proroga fino a 20 milligrammi/ litro concessa dalla Commissione Ue alla Regione Lazio. Nove, nei quali la concentrazione di arsenico supera i 21 milligrammi, con punte di 50-55, restano fuorilegge. «Il pm mi ha chiesto chiarimenti circa i provvedimenti adottati dalla mia giunta – dice Marini – con particolare riferimento alle iniziative mirate a sensibilizzare la cittadinanza sul problema arsenico». Il magistrato ha chiesto a Marini notizie anche sui provvedimenti che intende adottare per risolvere definitivamente la questione. «Ho risposto – aggiunge – che l’obiettivo finale è l’installazione di dearsenificatori ai vari pozzi che alimentano i nostri acquedotti. Ma per raggiungerlo abbiamo bisogno di appositi finanziamenti dalla Regione Lazio». Altre domande hanno riguardato l’attuazione dei provvedimenti richiesti dalla Regione Lazio e lo stato dell’arte sull’ installazione di fontanelle con acqua dearsenificata. «Ho ribadito – conclude Marini – che stiamo lavorando per allestirle nei tre punti del capoluogo in l’arsenico è fuori norma».

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