Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, la giornata celebrativa ad Aprilia

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    Si è tenuta questa mattina ad Aprilia la Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, che tradizionalmente celebra l’anniversario dell’inumazione del Milite Ignoto (4 novembre) presso l’Altare della Patria all’indomani della fine della prima guerra mondiale.

    Al termine del corteo di autorità civili e militari, cittadini e rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma, che da piazza Roma ha raggiunto il Monumento ai Caduti, ivi è stata deposta una corona d’alloro in memoria.

    Successivamente gli intervenuti hanno preso parte alla cerimonia programmata presso l’aula consiliare del palazzo comunale, dove sono stati esposti due reperti di rilevanza storica (una bandiera tricolore e un elmetto risalenti all’epoca del primo conflitto mondiale) ed è stato proiettato un docu-film realizzato dall’associazione “Un Ricordo per la Pace”.

    Al termine della proiezione, ha preso la parola il Sindaco di Aprilia Antonio Terra per il consueto discorso commemorativo.

    Di seguito si riporta integralmente l’intervento del Sindaco di Aprilia.

    «Gentili rappresentanti delle forze armate e delle associazioni combattentistiche, Colleghi amministratori, Cari concittadini,

    ricorre oggi l’anniversario di un giorno forse lontano nella storia ma ancora ben presente nella memoria collettiva. In questa ricorrenza, come sappiamo, si celebra il ricordo del giorno in cui la salma del Milite Ignoto viene inumata nell’Altare della Patria del Vittoriano di Roma, dove ogni anno il Presidente della Repubblica Italiana vi rende commosso omaggio.

    Era il 4 novembre del 1921, con il popolo italiano che usciva gravemente ferito e fortemente indebolito dal primo conflitto mondiale, ed oggi grazie all’omaggio resoci dall’associazione “Un Ricordo per la Pace” riteniamo di aver riletto e riflettuto su questa pagina di storia che, oltremodo, ha affacciato la nostra nazione a ben più gravi tragedie e miserie.

    In particolar modo l’elmetto militare e la bandiera tricolore che oggi sono esposti simbolicamente in quest’aula, rappresentano come un unico filo conduttore la nostra coesione nazionale, lo spirito unitario del popolo italiano e quelle radici democratiche, pacifiste ed antifasciste che ci caratterizzano.

    Siamo particolarmente felici questa mattina di aver affiancato alla deposizione di una corona d’alloro in omaggio ai nostri Caduti la proiezione di questo breve documentario rievocativo, che auspichiamo possa essere nel prossimo futuro un punto di partenza importante per l’educazione dei nostri giovani, come pagina di storia viva e pulsante di emozioni e ricordi.

    Consapevoli di quali siano i nostri obblighi nei confronti delle nuove generazioni, il nostro impegno quotidiano è infatti orientato verso il sostegno di tutte quelle iniziative di conoscenza, studio e cultura della pace e della democrazia.

    La nostra comunità, che ha vissuto gli orrori della guerra nei suoi primi anni di vita, neppure oggi può dirsi estranea a certe dinamiche e ai conflitti internazionali in cui è impegnata la nazione. Abbiamo perso un nostro concittadino in Afghanistan, il caporal maggiore dell’Esercito Italiano Massimo Di Legge, caduto in una di quelle che comunemente ma erroneamente vengono chiamate missioni di pace. Ed oggi siamo qui riuniti anche per rendere omaggio e preservare la memoria di chi ha condiviso lo stesso tragico destino mentre era in servizio per la collettività italiana.

    Dal nostro piccolo pulpito non possiamo non lanciare lo stesso appello che muovemmo l’anno scorso, affinché il governo nazionale promuova azioni politiche decisive e definitive per il rientro degli oltre seimila militari italiani impegnati in missioni all’esterno nei diversi teatri di crisi, dall’Afghanistan, al Medio Oriente, ai Balcani. Non ci conforta, ad esempio, sapere che a distanza di un anno, ancora non sembra trovarsi una soluzione diplomatica per il caso dei due marò italiani detenuti in India. Allo stesso modo guardiamo con preoccupazione alle nuove crisi internazionali e al riesplodere di certi nazionalismi e altri sentimenti che, mescolati alle contingenze socio-economiche generali, possono scatenare nuovi conflitti. D’altra parte, in questo, esprimiamo soddisfazione per le parole che il Capo dello Stato, onorevole Giorgio Napolitano, ha pronunciato lo scorso 4 novembre, quando ha inteso rilanciare il ruolo centrale delle grandi organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, l’Unione Europea, l’Alleanza Atlantica, che rappresentano oggi i soli possibili strumenti istituzionali che garantiscono coesione e diplomazia efficace per evitare l’esplodere di nuove guerre.

    Di questo ne siamo convinti. Un’azione politica che guardi al dialogo e alla democrazia e non alla chiusura e all’autarchia, e soprattutto una società che attraverso le istituzioni e le scuole possa educare i giovani attraverso la storia alle virtù della pace, possono essere la chiave di volta del futuro. Il nostro impegno, in tal senso, sarà ancora una volta quotidiano e infaticabile.

    Grazie a tutti, Viva Aprilia! Viva le forze armate! Viva l’Italia unita!»

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