Formia, 11 mila firme per dire no alla chiusura chiusura del centro trasfusionale

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    ‘Un’altra città? È possibile. Lo dimostrano le quasi 11 mila firme raccolte nell’hinterland pontino per bloccare la chiusura del centro trasfusionale del polo ospedaliero di Formia, in provincia di Latina. In appena 10 giorni, da quando l’associazione ‘Un’altra citta» ha appreso la notizia, una forte e convinta mobilitazione di massa ha preso posizione e adesso si attende la risposta della regione Lazio ma «credo che il riscontro sarà positivo» commenta all’Adnkronos, Renato Sponzilli, direttore generale dell’Ausl di Latina. In merito alla vicenda, Sponzilli spiega che «il decreto commissariale relativo al piano sangue prevede una ricognizione dei centri trasfusionali della regione. In particolare, la disposizione sopprime alcuni centri per potenziarne altri. Nell’ambito di questo decreto, dunque, si prevede di trasformare il centro trasfusionale di Formia in una frigoemoteca, garantendo ovviamente tutte le urgenze». Il direttore generale dell’Ausl di Latina, tiene, però a sottolineare «di aver scritto, già prima della raccolte firme, alla direzione programmazione e risorse del servizio sanitario della Regione Lazio per fare presente le motivazioni per le quali il centro non debba essere chiuso». Motivazioni che riguardano, «per prima cosa il vasto bacino d’utenza e la distanza che intercorre con la struttura ospedaliera di Latina». Il centro trasfusionale di Formia, infatti, «non è una struttura complessa ma un’articolazione del Santa Maria Goretti di Latina. Bisogna dunque tenere conto dei disagi che si creerebbero nel deviare tutta l’utenza di Formia alla struttura di Latina. Si tratta di percorrere 90 km su una strada pericolosa».

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