LAZIO, AUDIZIONE ALLA PISANA SU TUTELA FASCE FRANGIVENTO

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    Il presidente della XII commissione, Stefano Galetto, presenterà una proposta di legge

    Centinaia di chilometri quadrati con piantagioni di eucaliptus, pini marittimi e pioppi a fare da argine contro le raffiche di vento per proteggere le colture dell’Agro Pontino e non solo. Sono queste le cosiddette ‘fasce frangivento’, quasi tutte presenti nella provincia di Latina, perché create durante il periodo fascista, a protezione delle terre appena bonificate e trasformate in insediamenti agricoli. Oggi queste barriere naturali, che tanto hanno contribuito allo sviluppo del territorio pontino, versano in condizioni critiche, tanto da essere oggetto di un’audizione nella commissione Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa, del Consiglio regionale del Lazio. Presente l’assessore regionale Fabio Armeni.

    E’ stato il presidente della commissione, Stefano Galetto, a spiegare i motivi dell’incontro di oggi con i rappresentanti delle istituzioni interessate alla questione. “Le fasce frangivento – ha detto – costituiscono un limite, un argine agli eventi climatici calamitosi che si abbattono sulla costa laziale. In particolare, nella provincia di Latina si trova circa il 95% delle fasce frangivento della Regione, costituendo oramai anche un simbolo distintivo per quel territorio. Il problema attuale – ha proseguito Galetto – riguarda la gestione e la manutenzione di questi terreni vitali per l’equilibrio del sistema ambientale. La Regione non ha le risorse economiche per provvedere a tutti gli interventi necessari alla tutela e alla cura di migliaia e migliaia di alberi. Occorre pensare a un coinvolgimento dei privati, attraverso un meccanismo di alienazioni vincolate ad azioni di manutenzione e gestione delle fasce frangivento”. Per questo motivo, Galetto ha annunciato che presenterà una proposta di legge di modifica alla legge regionale n. 22 del 1995, “per rendere – ha spiegato – più snelle e meno burocratiche le procedure di alienazione già previste dalla legge, cercando il massimo confronto non solo con tutti i soggetti istituzionali aventi un ruolo nella gestione delle fasce frangivento, ma anche con i comuni e con le associazioni delle categorie produttive della zona”.

    Non contrari a questa soluzione si sono mostrati il direttore generale del Consorzio di bonifica dell’Agro Pontino, Michele Meloni, e Paolo Mecci, dirigente regionale dell’Area Politiche di ottimizzazione dei beni demaniali.

    Decisamente contrario si è invece dichiarato Carlo Perotto, responsabile del settore ‘Pianificazione urbanistica’ della provincia di Latina, secondo il quale il “possibile depauperamento delle fasce frangivento sarebbe una iattura per il nostro territorio”. Perotto ha poi spiegato che quei terreni hanno un ruolo importante per l’agricoltura e per l’ambiente, ma anche per la tutela della fauna, in quanto costituiscono dei “corridoi ecologici che vanno dal mare alla montagna” che garantiscono un habitat naturale e protetto a numerose specie animali. Contro la possibilità di vendere ai privati le fasce frangivento, Perotto ha proposto un’azione di rilancio, attraverso lo sfruttamento di fonti di energie alternative e la raccolta di legname.

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