Raccolti 5 quintali di rifiuti sulle spiagge del Lazio

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    Cinque quintali di rifiuti abbandonati lungo le spiagge e le vie di accesso, soprattutto mozziconi di sigarette, buste e bottiglie di plastica e vetro, ma anche uno scaldabagno, canotti di plastica rotti, vecchi bidoni di ferro arrugginiti. Questo il bilancio di «Spiagge e fondali puliti» nel Lazio, la campagna di Legambiente che ha visto centinaia di volontari impegnati per la pulizia di spiagge libere, scogliere e fondali. «La grande partecipazione dei cittadini a questa iniziativa testimonia che il mare un bene comune da difendere contro ogni tentativo di privatizzazione e di edificazione selvaggia – dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. – Basta recinzioni e cemento sul litorale laziale, il mare va liberato dalle gabbie e restituito bello e pulito ai cittadini. Il nostro appello va alle istituzioni perch investano con pi continuit sulla costa, mettendo in atto un piano complessivo per la sua tutela e valorizzazione, che ponga fine non solo a sporcizia e degrado, ma anche a spiagge blindate, abusivismo, traffico selvaggio, a favore di servizi improntati invece sulla sostenibilità e accessibilità, anche eliminando le barriere per i diversamente abili».
    Cinquanta sacchi di rifiuti raccolti a Sabaudia (Lt), dove il circolo Legambiente Larus in collaborazione con altri enti, ha denunciato una sporcizia della spiaggia allarmante. A Formia (Lt), i lavori di pulizia hanno interessato la Spiaggia di Vindicio. Pulizia straordinaria di 200 studenti insieme ai volontari del circolo Legambiente litorale romano tra le dune di Capocotta. A Passoscuro (Fiumicino) presso la foce del Rio Tre Denari, stato ritrovato anche un carrello del supermercato. Liberato dai rifiuti anche il tratto di spiaggia libera di Tor San Lorenzo, ad Ardea. Ad Anzio (Rm), il circolo Legambiente Anzio (Rm) ha raccolto presso la spiaggia libera un mucchio voluminoso di rifiuti tra cui anche uno scaldabagno. «Con spiagge pulite abbiamo voluto sottolineare l’assurdit della costruzione di dighe e frangiflutti lungo le nostre coste, piuttosto che chilometri di cemento in mezzo al mare servono interventi meno impattanti per il paesaggio costiero e per chi ne vuole fruire liberamente -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. – I primi lavori sono partiti ad Anzio, ma altri interventi seguiranno in molte parti del litorale laziale, creando vere e proprie barriere con enormi massicciate, affioranti a poche decine di metri dalle coste, un tentativo vano di trattenere la sabbia contro i cambiamenti climatici, che imbruttisce le nostre coste, spendendo inutilmente molti soldi»

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