Chaos Walking – recensione del nuovo film fantascientifico su Amazon Prime

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    La saga fantascientifica nata dalla penna di Patrick Ness sbarca nel mondo cinematografico, dopo una produzione non priva di difficoltà e una distribuzione più volte rimandata a causa dell’emergenza Covid-19. Debutta finalmente su Amazon Prime “Chaos Walking” adattamento del primo capitolo della trilogia letteraria.

     

    Siamo nel 2267 e  il giovane Todd (Tom Holland) vive in una piccola colonia umana su un pianeta indefinito chiamato “nuovo mondo”. Su questo pianeta gli uomini esprimono i propri pensieri direttamente emanandoli dal cranio, senza bisogno di parlare e soprattutto senza poter apporre quindi un filtro ad essi. Questo fenomeno è chiamato “Il rumore”. La colonia è abitata da soli uomini poiché le donne sono state uccise durante la terribile guerra combattuta contro gli esseri nativi del pianeta. Un giorno però la routine della colonia viene interrotta dall’arrivo di una ragazza (Daisy Ridley), sopravvissuta allo schianto dell’astronave a bordo della quale viaggiava. Nonostante l’insistenza del sindaco della colonia (Mads Mikkelsen) perché venga catturata, Todd deciderà di aiutare la ragazza a fuggire accompagnandola nella sua missione.

    Chaos Walking è un buon film fantascientifico, che intrattiene senza annoiare. Aiutato da una storia interessante e soprattutto dalla caratteristica peculiare dell’assistere ad una società dove non esiste l’idea di un pensiero privato. Il concetto, che apre ad analisi e ragionamenti anche profondi sui filtri che l’uomo pone ai suoi pensieri e su come senza di essi la sua esistenza cambierebbe nettamente, è ancora più particolare quando trasposto sul grande schermo. Gli attori, infatti, si sono trovati a recitare lunghe parti senza pronunciare le battute ma facendo uso della sola mimica facciale alla quale sono stati sovrapposti i pensieri dei personaggi.
    O peggio a sostenere dialoghi dentro ai quali si andavano a sovrapporre i pensieri di entrambi, portando ad un mix recitativo non semplice.
    Un concetto non del tutto nuovo, ma solitamente utilizzato in brevi sequenze e che in questo caso invece accompagna il protagonista per l’intero film con l’effetto negativo che molto spesso il povero Tom Holland soffre dell’ “effetto Gollum”. Capita infatti che il protagonista sembri a volte sentire delle voci più che pensare ad alta voce. Si, perché non avendo filtri i personaggi provano a controllare i propri pensieri spesso ripetendosi delle cantilene o negandoli subito dopo averli espressi. Le dinamiche divertenti e funzionali alla narrazione non accusano però per questa caratteristica che, bisogna ammettere, non era affatto semplice tradurre dalla carta al cinema.

    Il cast è di alto livello considerando che i tre protagonisti principali sono stati parte di alcuni tra i principali successi cinematografici dell’ultimo decennio. Daisy Ridley torna al cinema dopo l’ultimo capitolo della saga di Star Wars che non le aveva portato la fortuna sperata, Tom Holland è l’amorevole Spiderman di quartiere di questa generazione mentre Mads Mikkelsen per non farsi mancare nulla vanta partecipazioni a entrambe le saghe dei suoi colleghi (Star Wars e Marvel Cinematic Universe) e proprio quest’anno è stato protagonista di “Un altro giro”, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero. Dei tre, purtroppo però, è proprio lui quello più sacrificato. A causa di un ruolo da cattivo un po’ troppo stereotipato e “fermo” privo di una reale trama personale che ha limitato le possibilità di un attore come Mikkelsen.

    Il film, come detto, è la trasposizione del primo capitolo di una trilogia letteraria e l’autore ha curato direttamente la sceneggiatura. Non conoscevo i libri da cui la pellicola è tratta ma certamente il finale di questo Chaos Walking paga troppo questo suo essere un apripista, interrompendosi proprio subito dopo l’introduzione di possibili sviluppi senza riuscire però neanche a suggerirli. L’epilogo della storia è limitato infatti ad una singola e breve scena che sfuma troppo rapidamente sui titoli di coda senza “soddisfare” pienamente lo spettatore.

    Insomma Chaos Walking non è un capolavoro, non è privo di difetti ma può intrattenere abbondantemente in un pomeriggio a casa in cerca di relax. Riusciranno i sequel a limare questi difetti e a migliorare il destino della saga?

    Voto: 6,5

    Luca Silvestri

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