Crash 4: It’s about time! – Recensione Nintendo Switch

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    Il bandicoot più famoso del mondo dei videogiochi è tornato questo autunno con un quarto capitolo che fa ripartire la storia da dove il terzo capitolo, Warped, lo aveva interrotto.
    Da qualche mese il gioco è disponibile anche su Nintendo Switch ed è lì che lo abbiamo provato.

    Crash è sicuramente uno dei personaggi più iconici del mondo dei videogiochi, per anni ha rappresentato insieme a Spyro l’apice del genere platform fuori dal mondo Nintendo. È stato quasi una mascotte per la prima Playstation, che io stesso da bambino chiesi per Natale proprio insieme ad un suo videogioco…ma non facciamoci prendere dalla nostalgia perché Crash è tornato e lo ha fatto in grande stile.

     

    Crash 4 annulla di fatto tutti i giochi della serie che avevano seguito “Crash 3: Warped”, facendo ripartire la narrazione dopo il suo finale: Cortex e N.Tropy sono alla ricerca di un modo di liberarsi dalla prigione temporale in cui sono stati imprigionati insieme ad Uka Uka. Proprio un sacrficio di quest’ultimo fa sì che si apra un varco spazio temporale che permette ai due arcinemici del Bandicoot arancione di fuggire e dare inizio al loro nuovo piano malvagio.

     

    Lo strappo però risveglierà anche le maschere quantiche. La prima di loro, Loli Loli, si precipiterà alla ricerca di Aku Aku e dei suoi amici Bandicoot per avvisarli dell’accaduto e catapultarli in una nuova avventura.

     

    “Crash Bandicoot 4: it’s about time” è tutto quello che un fan di vecchia data di Crash aspettava da anni, un platform puro, sul modello dei vecchi capitoli ma con l’introduzione di novità e un upgrade grafico di livello.

     

    Proprio come in passato il livello di difficoltà sarà tutt’altro che semplice ma i ragazzi di Toys for Bob (già autori della remastered della trilogia di Spyro) hanno alzato ulteriormente l’asticella introducendo dei power up tanto accattivanti quanto diabolicamente perfetti per creare dei livelli che richiedono tempismo e precisione estrema al videogiocatore col rischio di portarlo con frequenza all’imprecazione.

     

    Tanti i momenti nostalgici, torneremo a cavalcare orsetti e a fuggire da massi rotolanti, in dei livelli che mixano elementi del passato con innovazioni totali viaggiando letteralmente nel tempo mentre si avanza di “mondo” in “mondo”. A spezzare il ritmo dei livelli classici, giocabili tutti sia con Crash che con Coco a discrezione del giocatore, entrano in scivolata le novità: Tawna, Dingodile e Cortex diventano in questo capitolo personaggi giocabili in specifici livelli sparsi nei diversi mondi. Ognuno di loro presenta un gameplay diverso e peculiare al personaggio, devo dire gestito con originalità e semplicità. Un’innovazione gradita ma che non risulta fondamentale.

     

    Molto carina, inoltre la varietà di skin sbloccabili per i due personaggi principali attraverso il completamento in percentuale di ogni singolo livello così come la possibilità di rigiocare tutti i livelli nella loro versione invertita, artisticamente ispirato come concetto rende effettivamente i livelli completamente nuovi ed aumenta la già discreta longevità del gioco nel suo completamento “semplice” (mai virgolette così d’obbligo!).

     

    Ma detto ciò, come se la cava il tutto su Switch? La risposta è egregiamente, la differenza grafica è lieve e legata principalmente a luci e ombre dei livelli che perdono di dettaglio ma guadagnano la graditissima possibilità di essere giocati in portabilità. La cosa si presta perfettamente con la natura mordi e fuggi di un platform a livelli come Crash e spesso ci si trova ad accendere la Switch per un livello al volo durante un pausa…col problema che poi però bisognerà staccarsi da essa invece di continuare livello dopo livello a correre e saltare!

    Luca Silvestri

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