Spider-Man: No Way Home – recensione

 

Spider-Man: No Way Home

Spider-Man: No Way Home

Il film più atteso degli ultimi anni è finalmente giunto nelle sale italiane questo mercoledì! Tra rumor, un cast ricco e altisonante e potenziali foto trapelate dal set e teorie di ogni tipo, sarà riuscito Jon Watts a confezionare una pellicola che renda giustizia al nostro amichevole Spider-Man di quartiere?

Spider-Man è molto di più di un semplice personaggio. Peter Parker è molto di più di un semplice alter ego dell’eroe. Dietro al personaggio creato da Stan Lee nel lontano 1962 c’è sempre stata, come caratteristica principale e imprescindibile, la più vera e pure etica dell’eroe.

Il film riprende esattamente dalla conclusione di Far From Home: il mondo ha appena scoperto per colpa di Mysterio che dietro la maschera di Spider-Man si nasconde il giovane Peter Parker e la quotidianità del ragazzo andrà letteralmente in pezzi. Mentre il mondo si divide tra supporter del ragno e complottisti seguaci di Mysterio, Peter si rende sempre più conto che questa situazione non può perdurare. Non è solo lui, infatti, a pagare il prezzo della sua doppia vita, ma anche tutti quelli che lo amano sono “vittime” del suo essere Spider-Man.

L’etica di Peter si affaccia già in questo frangente: lui può accettare il peso di essere un eroe ma non trova giusto che chi lo ama debba prendersene sulle spalle il suo peso. Da qui parte dunque l’azione del film. Peter chiede aiuto al Doctor Strange ma la magia non può risolvere il problema di fondo: vivere due vite comporta scelte e sacrifici, e Spider-Man sta per scoprirlo sulla propria pelle.

“Spider-Man: No Way Home” nasconde dietro alla maschera la sua vera identità, proprio come l’eroe che traspone sul grande schermo. Pubblicizza una schiera di villain, clamorosi effetti speciali (veri eh, tranne in una singola scena che mi ha lasciato più che perplesso in sala), multiversi e altri enormi concetti ma è semplicemente un film su come e perché da un grande potere derivino grandi responsabilità.

Un film su Spider-Man, puro e semplice. Il tutto è condito da una miriade di citazioni, riferimenti, ammiccamenti, studiati e perfettamente posizionati per parlare ai fan delle saghe cinematografiche dei ragnetti che furono. Grazie anche ad un sapiente utilizzo di attori dalle capacità straordinarie, su tutti Alfred Molina e in particolare Willem Dafoe che, come se ce ne fosse bisogno, ricorda ancora una volta la grandezza del suo talento attoriale sotto ogni punto di vista incredibile nei panni del caro vecchio Norman Osborn.

Nuova e vecchia generazione si fondono in un film che scrive la storia del genere e vede i Marvel Studios, ancora una volta, raggiungere traguardi impensabili solo qualche anno fa e contemporaneamente settare l’asticella per il futuro ancora più in alto.

Non ci resta che guardare estasiati, emozionarci, piangere, ridere e ricominciare da capo ogni volta che vedremo e rivedremo questo film, ricordandoci che sono i super eroi l’epica della nostra generazione e che a loro dobbiamo la nostra etica.