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Favola della domenica – Il balenottero e il pescecane

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    C’era una volta un balenottero di nome Arduino che vagava disorientato e affranto tra le profonde acque del nord in cerca della sua mamma. L’aveva vista presa nella rete da alcuni marinai che, dalla tolda di una baleniera,  avevano tirato gli arpioni per catturarla. Egli stesso era sfuggito per miracolo agli attacchi insidiosi degli arpioni.

    Temeva che non avrebbe rivisto mai più la sua mamma. Per questo, era alla ricerca di un  suo simile con il quale consolarsi.

    “Ehi tu, vieni a giocare con me?”

    Arduino si voltò e vide un pescecane che procedeva verso di lui a filo d’acqua: “Dài, gioca con me!”

    “Veramente non so. La mia mamma mi ha raccomandato di non parlare con nessun pesce diverso da me”.

    “Mi presento. Io sono un pesce martello e non sono pericoloso. Su, non farti pregare, gioca con me. Mi chiamo Martino”.

    “Piacere. Io sono Arduino e sono rimasto solo. La mia mamma è stata catturata da una nave pirata… “ Arduino versò qualche lacrima. Poi si riscosse: “Va bene, se vuoi, giochiamo insieme”.

    I due amici divennero ben presto inseparabili. Arduino superò la sua tristezza e si affezionò a Martino, anche se si trattava di uno squalo.

    Un giorno, mentre i due amici si rincorrevano, una baleniera si profilò all’orizzonte. Si avvicinò silenziosamente al piccolo cetaceo, rimasto indietro.

    Arduino non poté evitare un arpione che si conficcò duramente nella sua spalla.

    “Ahi, mi hanno colpito”.

    “L’ho preso, l’ho preso!” esultò un marinaio: “Questa volta non mi sfuggirai, piccolo cetaceo”.

    “Aiuto, aiuto!” invocò il balenottero.

    Martino, visto il suo amico ferito, accorse prontamente. Saltò fuori dell’acqua e mostrò agli assalitori i suoi denti aguzzi.

    I marinai non si fecero spaventare e, ridendo, preparavano altri arpioni che avrebbero impigliato Arduino senza speranza.

    “Resisti, resisti, ci penso io” esclamò lo squalo al suo amico.

    Martino si fiondò sulle corde che imprigionavano il balenottero e, con violenza, le recise. Senza indugio, Arduino guadagnò l’oceano nuotando a zig zag e il suo amico lo seguì. I marinari imprecarono, delusi e inferociti: “Maledetto pescecane. Ti inseguiremo in capo al mondo e ti faremo la festa!”

    Dopo diversi chilometri, Arduino e Martino si avvicinarono l’uno all’altro, felici di aver scampato il  grave pericolo.

    “Come ti senti, Arduino?”

    “Mi sento debole. Chi mi curerà adesso?”

    “Prima di conoscerti, avevo incontrato delle balene a sud della Groenlandia. Andremo da loro e si prenderanno cura di te, stai tranquillo”.

    “Che fortuna. E’ da tanto che non vedo i miei simili”.

    Alle prime luci dell’alba di qualche giorno più tardi, i due amici avvistarono tre balene della Groenlandia che nuotavano in branco.

    Accolsero con affetto il balenottero rimasto senza la mamma e lo tennero con loro finché non fu completamente guarito. I due amici le ringraziarono ripromettendosi di vedersi di tanto in tanto.

    “Coraggio Arduino, torniamo a giocare.” Martino era impaziente di scorrazzare di nuovo in libertà.

    Ora, chi viaggia per tutti gli Oceani, può vedere una balena azzurra e un pescecane martello che viaggiano insieme, felici di nuotare e di riconcorrersi nel profondo mare artico.

    Maria Rosaria Fortini

     

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