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Favola della domenica – I due amici

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    C’erano una volta due bambini, Rosalba e Daniele che erano molto amici.

    Un giorno decisero di travestirsi da mago e da fata. Si truccarono con molta cura e si diedero la mano per fare un girotondo.

    “Hai portato la bacchetta magica?” chiese Daniele fermandosi di colpo.

    “Sì, eccola”.

    “Usiamola”. I bambini la agitarono convulsamente e, in un batter d’occhio, furono trasportati nello spazio. Si trovarono in un bosco fresco e fragrante di profumi.

    “Questo posto è bellissimo, ma è deserto” disse Rosalba.

    Daniele sfoderò la sua bacchetta dicendo: “Popolo dei boschi e delle radure, apparite!”

    Di colpo, vennero alla vista moltitudini di insetti che riempirono l’aria: libellule, coccinelle, farfalle e altro ancora. Dal terreno, uscirono talpe, lepri e lumache.

    “Questo bosco è incantato”. Rosalba non finì la frase che apparvero per magia folletti, elfi, fate e salamandre.

    Come se non bastasse, si avvicinò dall’alto una sfera più grande della figura di un uomo, uguale a un grande disco argentato.

    Daniele alzò la bacchetta e la sfera si aprì facendo apparire tre esseri piccoli e magri dai lunghi occhi blu.

    I ragazzi rimasero interdetti, erano capitati in un luogo dove avvenivano cose straordinarie.

    I tre visitatori si avvicinarono con un sorriso amichevole: “Ben arrivati nella dimora di ogni specie vivente; avete fatto buon viaggio?”

    Daniele e Rosalba fecero cenno di sì pensando di vivere l’avventura di uno strano sogno ad occhi aperti.

    “Dove ci troviamo?” domandò Daniele.

    “Ci troviamo nel mondo dei pensieri, dei sogni, dell’immaginazione dove tutto è reale. Non avete desiderato molte volte di venirci a trovare?”

    “Sì, molte volte” disse Rosalba, felice di essere stata ascoltata.

    “Tanti altri vengono con il pensiero, ma possono venire realmente soltanto quando credono che noi non siamo frutto di sogni o fantasia ma di pura realtà.”

    Daniele si preoccupò: “Come facciamo a tornare a casa adesso?”

    “Dovete solo addormentarvi.”

    Daniele e Rosalba chiusero gli occhi e si sentirono trasportare dolcemente in un vuoto ovattato. Quando li riaprirono, erano di nuovo a casa di Daniele. Si cambiarono e, per distrarsi, presero un libro nuovo da leggere.

    Capitò una storia che raccontava di un mondo dove si viveva in pace ed armonia tra paesaggi rigogliosi; uomini di ogni provenienza convivevano in amicizia con gli abitanti di tutti i regni della natura: pietre, animali, piante e spiritelli dei boschi.

    Lì era detto che si poteva raggiungere quel mondo attraverso la ‘Porta delle Fate’. Potevano aprirla solo persone capaci di esprimere desideri straordinari. I due bambini si guardarono. Erano stati capaci di giungere nel mondo incantato solo agitando una bacchetta magica. Avrebbero potuto fare di più.

    “Forse la porta non l’abbiamo vista” disse Rosalba.

    “O forse ce l’avevano aperta gli uomini dagli occhi blu.”

    Un’idea venne loro spontanea. Daniele sussurrò: “Vogliamo tornare nel bosco per trovarla?”

    Il giorno dopo si recarono con le loro mamme in una pineta, accanto a un bosco. Dissero di voler fare un giro nei dintorni. Insieme, camminarono per vari sentieri sperando che si presentasse ai loro occhi qualcosa di speciale. Dopo un poco videro una strana luce tra due alberi. Si avvicinarono; la luce era sempre più forte. Senza paura, vi si immersero. Notarono i contorni appena accennati di una porta. Si strinsero forte la mano, avevano trovato ciò che cercavano. Appena varcata, apparvero gli stessi luoghi visitati il giorno prima. C’era il bosco, c’erano gli animali, gli spiritelli e gli uomini dall’aspetto singolare che stavano parlando tra di loro.

    Questa volta i ragazzi sapevano come poter tornare indietro. Fecero la strada a ritroso e tornarono nella pineta.

    “Dove siete stati tutto questo tempo?”- “Avete una strana espressione, che cosa nascondete?” domandarono le due mamme.

    I ragazzi sorrisero felici. Erano riusciti a tornare nel mondo incantato; avrebbero potuto visitarlo quando avessero voluto; un posto magico dove soggiornare in armonia con pietre, folletti, animali, piante di ogni tipo e alieni dall’intelligenza pronta e il cuore amorevole. Si diedero pacche sulle spalle immaginando un probabile smagliante futuro e fecero un girotondo di felicità.

    Maria Rosaria Fortini

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