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Favola della domenica – Il drago Grifone

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    C’era una volta una drago cattivissimo di nome Grifone. Aveva un desiderio: sottomettere gli esseri viventi della Terra: uomini, animali, piante.

    Aveva organizzato una comunità di fedeli compagni che avevano il suo stesso obiettivo.

    “Che vantaggio puoi avere da questo progetto?” chiedeva Rossigno, il capo-drago della parte avversa. “Ne deriverà solo desolazione e rovina”.

    “Un progetto fantastico! Saremo gli unici abitanti di un pianeta libero, a nostra completa disposizione. Non solo: il tesoro che custodiamo non correrà il pericolo di esserci sottratto da esseri avidi”.

    Grifone aveva ordito un piano. Avrebbe cosparso le piantagioni di sostanze velenose così da uccidere vegetali, animali e individui. Non si accontentava di sottometterli; voleva farli sparire dalla faccia della Terra.

    Rossigno si recò dal capo del villaggio degli uomini, Marsilio. Gli confessò le trame di Grifone.

    “Dove si è procurato il veleno?” chiese l’uomo.

    “Da una strega che vive in un antro vicino”.

    “Daremo pan per focaccia. Ci recheremo dalla fata Drusenda. Penserà lei a un antidoto efficace”.

    Rossigno annuì. Durante il cammino pensò che Grifone e i suoi soffrivano di delirio di onnipotenza. Non si rendevano conto che l’insano proposito avrebbe messo in pericolo la biodiversità e la sopravvivenza del pianeta.

    Arrivarono a destinazione. Drusenda esclamò: “Mi aspettavo un colpo di mano da parte di Grifone, sempre troppo impegnato a difendere il suo oro. Gli daremo una lezione che non dimenticherà”.

    “Che cosa vorresti fargli?” domandò Marsilio.

    “Renderò invisibile il suo tesoro”.

    “Ne sarà disperato”.

    “Per tornarne in possesso, gli chiederemo di rinunciare al piano di decimare le creature della Terra”.

    “Ottima idea!”.

    “Un momento” disse Marsilio. “Forse Grifone cadrà nel tranello, ma la sua strega no. Sarà necessario un potere più grande di lei”.

    “Non aver timore” disse Rossigno. “Al momento opportuno, io e i miei manderemo energia di fuoco  per distruggre le malvagie intenzioni che li animano”.

    “Io ho molte frecce al mio arco” aggiunse Drusenda. “Una di queste è la possibilità di mostrare loro dove può portarli la malvagità e l’avidità. Usando le arti benefiche li farò recedere dal loro disegno”.

    “Vinceremo, ne siamo sicuri”.

    E così avvenne. I draghi malvagi si ritirarono nel loro territorio; alcuni giurarono vendetta ma altri capirono il significato della gentilezza e della bontà. Si riunirono a Rossigno e, da allora in poi, agirono per il bene del pianeta e dell’umanità.

    Maria Rosaria Fortini

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