Favola della domenica – La Reginetta
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Cera una volta una reginetta che viveva in un prato fiorito. Era piccolina di statura e si occupava di una miriadi di fiori e di insetti.
Ogni giorno sollevava qualche petalo reclinato dal vento, toglieva foglie secche dagli arbusti, aiutava gli insetti a trovare il cibo tra l’erba.
“Reginetta, vieni qui” chiamava una piccola ape. “Mi sono impigliata in un rovo” e un grilletto che non riusciva a cantare, la pregava di fargli un massaggio alla gola. “Cr..cr.. “ diceva con voce roca.
D’estate, per la siccità, gli insetti e i fiori erano stremati. Reginetta prendeva un secchiello e lo riempiva nelle acque del vicino torrente poi innaffiava la terra arida abbeverando i suoi piccoli amici.
Al di là del torrente c’era un campo coltivato. Il contadino che lo curava era, per le creature del prato, una minaccia perché, abitualmente, spruzzava i pesticidi sul suo terreno.
“Stanno arrivando, stanno arrivando!” gridavano in coro le piante e i piccoli animali quando, subito dopo, vapori velenosi si propagavano per l’aria prima tersa e brillante.
Un bel giorno, Reginetta affrontò il contadino: “E’ ora di finirla! Non è giusto avvelenare gli esseri felici del mio giardino”.
“Cara Reginetta” rispose l’uomo “io ho rispetto per la corona che orna il tuo capo ma spruzzare pesticidi è l’unico modo che conosco per salvare le mie coltivazioni e procacciarmi del cibo. Che devo fare?”
La donnina ci pensò poi disse: “Tu prometti di non dare più veleni alle tue colture e noi ti garantiamo un raccolto sano e copioso”.
Il contadino promise. Reginetta chiamò a congresso le creature del prato. Confidò loro la sua idea. Accettarono tutti con entusiasmo.
Iniziarono a emettere i loro suoni più intensi e armoniosi. Le piante parlarono al vento, i fiori comunicarono gioia al sole, le api ronzarono più forte, i grilli cantarono a squarciagola e le farfalle volarono più in alto.
Si rivolsero alle forze benevole della natura perché facessero crescere le coltivazioni del contadino sane e abbondati, senza pesticidi.
Lo scopo fu raggiunto. Le richieste elevate al cielo attirarono energie benefiche che elargirono doni e benedizioni agli abitanti del giardino, al coltivatore, all’aria che respiravano e all’acqua del torrente. Da allora in poi, vissero tutti più felici e in affettuosa amicizia.
Maria Rosaria Fortini